Movimento Rete: lettera a firma Gian Luigi Macina

Movimento Rete: lettera a firma Gian Luigi Macina.

Salve a tutti, sono Gian Luigi Macina ho 60 anni sono da qualche mese pensionato e mi candido per la prima volta alle elezioni politiche con il Movimento Rete. Da sempre sono stato affascinato dalla nostra unicità di piccolo Paese ricco di grande storia e principi ideali. La mia candidatura vuole mettere a disposizione la mia esperienza di quasi 40 anni di funzionario pubblico in campo fiscale, del lavoro e dell’economia. Sono stato da sempre interessato ai temi di interesse pubblico facendo parte attivamente, ad esempio, per circa un decennio del direttivo della Associazione Micologica come pure ho partecipato negli anni ’90 al Comitato per le Riforme Costituzionali per giungere ad una Dichiarazione dei Diritti nel 2002 più moderna e in linea con le regole internazionali. Da inizio 2020 fino a gennaio 2023 sono stato Funzionario presso la Segreteria di Stato per gli Affari Interni con il Segretario di Stato Tonnini. Uno dei grandi assenti della legislatura appena terminata è il tema della maggiore equità, a partire dall’imposta generale sui redditi. Un tema, questo, segnalato anche dal Fondo Monetario. La mancanza d, la mancanza di un progetto di legge sull’IGR è stato uno degli elementi scatenanti per l’uscita dalla maggioranza del Movimento Rete. I dati su questa materia non sono per nulla incoraggianti e credibili di fonte a tre indicatori: - L’ economia che è cresciuta anche significativamente in questi anni e il Prodotto Interno Lordo è stato stimato prossimo a 2 miliardi di euro; - Il livello di disoccupazione è andato riducendosi su soglie irrisorie, - Il sistema economico ha reperito oltre 8mila lavoratori non residenti in questi mesi. Da questo ci si aspetterebbero entrate fiscali corrispondenti che consentano di fare fronte sia ai servizi da erogare in primis Scuola e Sanità sia per far fronte all’importante debito pubblico resosi necessario anche per le gravi problematiche del settore bancario. Al contrario, tra il 2014 e il 2021 i dati disponibili ci dicono: - che il 50% delle società non è in utile (si osservi che al 31/12/2021 le società erano 2.783) - le imprese individuali hanno dichiarato prevalentemente redditi inferiori a 30.000 euro annui, mentre in tale fascia, generalmente, si collocano il 50% dei lavoratori autonomi (si osservi che questi operatori al 31/12/2021 erano 1.602), si pensi che il salario medio territoriale di un lavoratore dell’industria risulta stimabile sui 28mila€. Esistono alcune proposte, anche innovative, in grado di far emergere le condizioni reddituali affinché ciascuno garantisca secondo la propria capacità contributiva, come prevede la Dichiarazione dei Diritti, senza vessare coloro che con la loro operosità favoriscono la crescita della nostra Repubblica. Tali proposte sono contenute nel programma elettorale di RETE La prima iniziativa: va migliorata l’attività di riscossione dei crediti pubblici. Un Paese prima di chiedere somme ai lavoratori alle imprese ai cittadini deve dare prova di cercare di incassare tutte le somme dovute. È una questione di giustizia e di parità di trattamento. L’elenco dei grandi debitori aumenta ogni anno e a fine 2023 risulta pari a 221 milioni di euro con un incremento secondo fonti sindacali di 12 milioni nel 2022 e 8 milioni nel 2023. L’attuale normativa sull’ esattoria istituita nel 2004 necessita di completamento ad esempio con il previsto decreto per le notifiche ai debitori da effettuare fuori da San Marino. Poi vanno introdotti efficaci strumenti di rilevazione dei patrimoni dei debitori detenuti fuori da San Marino per poterli poi acquisire qualora i debitori non intendano mettersi in regola. Rispetto all’Imposta Generale sul Reddito, va migliorata la capacità di controllo della Strutture Interessate a partire dall’Ufficio Tributario con strumenti utili a comparare i redditi dichiarati. Tali strumenti sono indicati nel programma di Rete e comprendono: - Lo “spesometro”, confronta le spese sostenute con i redditi dichiarati, con il presupposto che non si può spendere più di quanto si guadagna - Il “risparmiometro” contiene in particolare le somme disponibili in conto corrente bancario, le informazioni anche altre di natura patrimoniale di natura finanziaria. Si basa sul semplice presupposto che un contribuente dichiara un certo reddito, ma successivamente il saldo delle somme detenute nel conto corrente non trovi alcuna giustificazione logica. - Il “redditometro” confronta il valore dei beni posseduti con i redditi dichiarati, con il presupposto che è alquanto strano possedere beni di ingente valore se il reddito dichiarato è molto più basso A completamento occorre un trasparente Indicatore Economico Patrimoniale e Reddittuale Famigliare per indirizzare gli interventi sociali (edilizia sociale, prestito prima casa, sostegni asilo nido, assegni famigliari integrativi ecc.) verso i più bisognosi mettendo in linea a favore dell’amministrazione interessata con la confluenza di tutti i dati reddituali e patrimoniali senza che il cittadino debba presentare ulteriori dichiarazioni. Queste alcune proposte del nostro programma per raggiungere obiettivi seri e concreti di Equità in questo ambito di notevole rilevanza per l’economia e la popolazione.

cs Gian Luigi Macina

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