1° Aprile: Gian Carlo Venturini e Marco Nicolini salgono alla Suprema Magistratura
La Repubblica ha festeggiato il giorno della Reggenza. Protocollo sostanzialmente invariato, ma massima attenzione alle norme anti-Covid. Durante la cerimonia flash-mob di protesta contro alcune delle misure restrittive vigenti
Le forti limitazioni alla partecipazione in presenza; i volti coperti dalle mascherine, l'attenzione al distanziamento: tutto, oggi, ricordava quanto sia ancora pervasivo il pericolo pandemico. Ma questo non ha intaccato la solennità, il richiamo identitario delle celebrazioni di investitura dei nuovi Capitani Reggenti; dando piuttosto all'evento un fascino austero, un surplus emozionale. Gian Carlo Venturini – per lui è il secondo mandato - e Marco Nicolini raccolgono il testimone di Alessandro Cardelli e Mirko Dolcini: un semestre reggenziale, il loro, trascorso interamente in emergenza sanitaria, e con un richiamo costante alla “sammarinesità”.
Una magnifica giornata primaverile ha accompagnato la cerimonia; lo schieramento dei Corpi Militari e l'Alza Bandiera ne hanno segnato l'inizio. Poi il tradizionale omaggio del Corpo Diplomatico accreditato. Presenze contingentate al Valloni. A chiudere le presentazioni l'oratore ufficiale, Angelo Borrelli. A seguire l'allocuzione del Nunzio Apostolico. Potente il messaggio di Monsignor Tscherrig, che ha sottolineato come in questa situazione di crisi si sia riscoperta “la forza rigeneratrice della solidarietà e della compassione”; ma anche “l'importanza delle politiche pubbliche”.
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Parole accolte con gratitudine dai nuovi Capi di Stato, nel discorso d'ingresso: uno dei momenti più attesi. Dal Valloni – dove era presente anche un amico della Repubblica, l'onorevole Scalfarotto - il corteo si è riformato e ha sfilato per il centro storico fino a Palazzo Pubblico, per l'incontro con i Capitani Reggenti uscenti.
Da segnalare – durante il percorso, e in Piazza della Libertà – un flash mob di un gruppo di persone, che hanno protestato contro alcune delle misure restrittive decise in Repubblica, ritenute penalizzanti specie per i più giovani: dalla DAD all'interdizione dei parchi pubblici; fino ai divieti riguardanti lo sport. Manifestazione pacifica, senza effetti sul regolare iter della cerimonia.
Il corteo è allora ripartito per la Pieve, dove – vista la concomitanza con il Giovedì Santo - è stata celebrata una liturgia della Parola specifica, anziché il consueto rito religioso della Santa Messa previsto dal Protocollo. Al termine della celebrazione – officiata dal Vescovo Turazzi -, il ritorno a Palazzo, per il passaggio dei poteri: ultimo e supremo atto della cerimonia.
Dopo l'orazione ufficiale - nella quale è stato sottolineato il rapporto di cooperazione fra la Protezione Civile italiana e quella di San Marino – la formula di giuramento, letta in latino dal Segretario di Stato Tonnini. Prologo dello scambio del collare di Gran Maestro dell'Ordine di San Marino, che ha segnato l'ingresso nella storia del Paese dei Capitani Reggenti Gian Carlo Venturini II e Marco Nicolini I.
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