12 aprile 1827: viene venduto il primo fiammifero
L'invenzione risale a un anno prima, quando, raschiando il caminetto di casa con un bastone ricoperto di sostanze chimiche, questo prese fuoco.
Un lavoro pionieristico in questo campo era già stato svolto da Robert Boyle negli anni 1680 con l'utilizzo di fosforo e zolfo, ma gli sforzi dell'inventore non furono coronati dalla realizzazione di un prodotto dotato di una qualche utilità pratica.
Un secolo e mezzo dopo, invece, Walker scoprì che una miscela di solfato di antimonio, clorato di potassio, gomma e amido aveva il potere di accendersi e prendere fuoco grazie al violento calore generato dall'attrito della miscela sfregata su una superficie ruvida. Questi primi fiammiferi avevano tuttavia una serie di problemi: l'accensione era troppo brusca e violenta e produceva lanci di scintille anche a grandi distanze, la fiamma era instabile e l'odore prodotto dalla combustione risultava particolarmente sgradevole.
Nella sua storia il fiammifero subì migliorie e sviluppi, è stato infatti inventato il fiammifero di sicurezza, il fiammifero accendibile ovunque e persino quello che si accende controvento.
Il sostantivo "fiammifero" è composto dal sostantivo latino flamma (fiamma) e dal verbo f?ro (portare, produrre, generare) ovvero, letteralmente, "che produce fiamma".