13 aprile 1970: l'incidente nello spazio dell'Apollo 13
Fu sull'onda dell'entusiasmo che la NASA avviò altre due spedizioni sul finire degli anni '60.
Venne designato come comandante della nave spaziale Apollo 13 l'astronauta veterano James Lovell, seguito da Fred Haise e Charles Duke. L'obbiettivo era arrivare all'altopiano di Fra Mauro sulla Luna.
Dopo il lancio, avvenuto l'11 aprile a Cape Canaveral il viaggio procedette in modo regolare per 55 ore, finchè tramite radio la voce di Lovell scandì la celebre frase "Houston, abbiamo un problema".
Prima ci fu un'esplosione, poi i comandi dell'Apollo impazzirono, prospettando un quadro poco confortante. La nave stava perdendo ossigeno da un serbatoio.
I tecnici NASA si misero immediatamente al lavoro per cercare soluzioni per limitare il livello di anidride carbonica e rintracciare l'energia elettrica necessaria per il rientro. La resistenza degli astronauti fu messa alla prova per l'assenza di viveri e acqua potabile e alle basse temperature.
Lovell riuscì a compiere manualmente una traiettoria mai tentata in precedenza e con dei calcoli a mano, riuscì ad impostare la rotta e usare una capsula come scialuppa di salvataggio.
Il mondo intero attese con il fiato sospeso il ritorno degli astronauti sulla terra. La capsula atterrò in mare e la voce di Lovell rassicurò tutti sulle condizioni di salute dei tre.
Si è trattato probabilmente del fallimento fu più celebrato nella storia degli Stati Uniti e non solo.