Ban Ki Moon ricorda la lotta per liberare il Mondo dalle armi di distruzione di massa, le campagne per l’ecologia, la piaga della violenza alle donne. Una data scelta non a caso dall’ONU. In questo giorno – 140 anni fa – nacque il Mahatma Gandhi.
A modo suo fu un grande rivoluzionario, trasformò il concetto di non-violenza da codice individuale a strumento collettivo di liberazione. Gandhi, per tutti il Mahatma – la Grande Anima - nasce nel 1869 a Portbandar. Nel 1893 la svolta della sua vita, con il viaggio in Sud Africa come consulente per una ditta indiana. Un’esperienza di 21 anni nel corso della quale toccherà con mano una realtà brutale: la segregazione razziale di migliaia di immigrati indiani da parte degli inglesi. E’ la scintilla che lo spinge alla lotta politica. Ribellioni pacifiche e marce inducono il governo sudafricano ad attuare riforme. Nel 1915 torna in patria e diventa il leader del Partito del Congresso, che si batte per la liberazione del Paese dal colonialismo britannico. Boicottaggio delle merci, non-pagamento delle imposte: con questi metodi dà battaglia all’Inghilterra e il carcere diventa la sua seconda casa. Agli arresti risponde con lunghissimi scioperi della fame. All'inizio della Seconda Guerra Mondiale decide di non sostenere l'Inghilterra, smascherandone l’ipocrisia. “L’India – dice – non può partecipare ad una guerra il cui scopo sia la libertà, se questa viene rifiutata all’India stessa”. Nel 1947 arriva l'indipendenza, ma il subcontinente indiano è diviso in due stati, India e Pakistan: è l’inizio di una violenta guerra civile. L'atteggiamento moderato di Gandhi suscita l'odio di un fanatico indù che lo uccide il 30 gennaio 1948, durante un incontro di preghiera.
A modo suo fu un grande rivoluzionario, trasformò il concetto di non-violenza da codice individuale a strumento collettivo di liberazione. Gandhi, per tutti il Mahatma – la Grande Anima - nasce nel 1869 a Portbandar. Nel 1893 la svolta della sua vita, con il viaggio in Sud Africa come consulente per una ditta indiana. Un’esperienza di 21 anni nel corso della quale toccherà con mano una realtà brutale: la segregazione razziale di migliaia di immigrati indiani da parte degli inglesi. E’ la scintilla che lo spinge alla lotta politica. Ribellioni pacifiche e marce inducono il governo sudafricano ad attuare riforme. Nel 1915 torna in patria e diventa il leader del Partito del Congresso, che si batte per la liberazione del Paese dal colonialismo britannico. Boicottaggio delle merci, non-pagamento delle imposte: con questi metodi dà battaglia all’Inghilterra e il carcere diventa la sua seconda casa. Agli arresti risponde con lunghissimi scioperi della fame. All'inizio della Seconda Guerra Mondiale decide di non sostenere l'Inghilterra, smascherandone l’ipocrisia. “L’India – dice – non può partecipare ad una guerra il cui scopo sia la libertà, se questa viene rifiutata all’India stessa”. Nel 1947 arriva l'indipendenza, ma il subcontinente indiano è diviso in due stati, India e Pakistan: è l’inizio di una violenta guerra civile. L'atteggiamento moderato di Gandhi suscita l'odio di un fanatico indù che lo uccide il 30 gennaio 1948, durante un incontro di preghiera.
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