In 20 anni scomparso il 10% di natura incontaminata
Si tratta di ecosistemi vitali per la regolazione dei climi locali. Distruggerle significa influire sulla capacità naturale di formazione delle nuvole, e quindi sulla pioggia; significa determinare impatti drammatici sui flussi dei fiumi e sulle specie migratorie e una lunga serie di danni che i ricercatori stanno ancora stimando.
La mappatura mostra come la maggior parte delle restanti aree selvagge si trovi nei deserti dell’Australia centrale, nella foresta pluviale amazzonica in Sud America, nell’altopiano tibetano in Asia centrale e nelle foreste boreali del Canada e della Russia. Zone dove la mano dell’uomo ha ancora difficoltà a sfruttare tutte le risorse. Il resto è stato letteralmente inghiottito da disboscamento, esplorazioni petrolifere, estrazioni minerarie, infrastrutture stradali e agricoltura. Un esempio su tutti: dal 1992 a oggi, è scomparso un terzo della regione selvaggia dell’Amazzonia.
fm