20 gennaio 1920: nasce Federico Fellini
La madre Ida fa la casalinga, il padre Urbano è un rappresentante di commercio. L'infanzia tranquilla del grande regista è stata per lungo tempo avvolta nel mistero e resa leggendaria dai suoi stessi racconti, a metà tra finzione e realtà: una rocambolesca fuga per seguire i clown del circo, una serie di vagabondaggi insieme alle compagnie degli artisti di varietà e altri episodi molto suggestivi, ma decisamente poco probabili. Di certo c'è che Federico frequenta il liceo classico della città e inizia fin da ragazzino a lavorare come caricaturista per il gestore del cinema Fulgor, che riaprirà proprio oggi per il suo compleanno.
Nell'estate del 1937, Fellini fonda insieme al pittore Demos Bonini la bottega 'Febo', dove i due eseguono caricature per i turisti. Nel frattempo, comincia a collaborare come vignettista per alcune riviste e quando, subito dopo il diploma, si trasferisce a Roma con la scusa di iscriversi all'Università, inizia a lavorare stabilmente per il 'Marc'Aurelio'.
In questi anni Fellini frequenta assiduamente il mondo dell'avanspettacolo e della radio e scrive copioni, collaborando con Aldo Fabrizi, Erminio Macario e Marcello Marchesi.
Nel 1943 incontra una giovane attrice, Giulietta Masina. I due si sposano nell'ottobre dello stesso anno e restano insieme per tutta la vita.
Nel cinema, intanto, Federico inizia a collaborare alla stesura di numerose sceneggiature, lavorando con Rossellini, Germi e Lattuada. Proprio insieme a Lattuada esordisce alla regia nel 1951 con Luci della città, film che rivela già alcuni tratti caratteristici della successiva produzione.
Nel 1952, Fellini presenta al Festival di Venezia il suo primo film, Lo sceicco bianco, che viene ingiustamente snobbato dal pubblico e dalla critica. Ma il riscatto da questo insuccesso arriva prestissimo, addirittura l'anno successivo. E sempre al Lido di Venezia, dove stavolta, grazie a I vitelloni, Federico conquista il Leone d'Oro.
Con questo film, pieno di ricordi dell'infanzia riminese e di personaggi stravaganti, Fellini viene conosciuto e acclamato anche all'estero e nel 1954, con La strada, uno dei suoi film più teneri e poetici, con Giulietta Masina nei panni dell'indimenticabile Gelsomina, arriva anche il primo premio Oscar.
Nel 1955, Il bidone ripropone in parte le atmosfere de I Vitelloni, ma in uno scenario totalmente diverso, quello della periferia romana.
Nel 1957 Fellini conquista il suo secondo Oscar con Le notti di Cabiria, con la Masina ancora nel ruolo della protagonista.
Con La dolce vita (1959), Palma d'oro al Festival di Cannes, Fellini realizza il suo capolavoro, un film completamente svincolato dalle tradizionali strutture narrative che racconta senza mezzi termini la crisi dei valori nella società moderna e, proprio per questo, si attira le critiche pesanti degli ambienti ecclesiastici.
Dopo l'episodio Le tentazioni del dottor Antonio, in Boccaccio '70 (1962), Fellini realizza 8 e mezzo (1963), uno dei massimi contributi al rinnovamento della drammaturgia tradizionale, premio Oscar per il miglior film straniero e per i costumi.
Con Amarcord (1973), Fellini vince il quarto premio Oscar e rende omaggio alla sua città, con uno straordinario viaggio nei ricordi e nella provincia riminese degli anni Trenta.
Il suo ultimo film è l'amaro e intenso La voce della luna (1990), con Paolo Villaggio e Roberto Benigni.
Tre anni dopo, il 31 ottobre 1993, Federico Fellini muore a Roma. Pochi mesi prima aveva ricevuto a Hollywood il suo quinto Oscar, questa volta alla carriera.
In sala stampa così aveva risposto a chi gli chiedeva che effetto gli facesse l'aggettivo 'felliniano', così spesso usato in America: "Avevo sempre sognato, da grande, di fare l'aggettivo. Ne sono lusingato. Cosa intendano gli americani con 'felliniano' posso immaginarlo: opulento, stravagante, onirico, bizzarro, nevrotico, fregnacciaro. Ecco, fregnacciaro è il termine giusto".