SAVE THE CHILDREN

200mila i bambini italiani che vivono in povertà alimentare ed energetica

I dati di Save The Children del 2023: povertà e denatalità in forte aumento

200mila i bambini italiani che vivono in povertà alimentare ed energetica.

La povertà alimentare per i bambini da 0 a 5 anni cresce sempre di più, seguendo forti disparità territoriali. Questi sono i dati emersi dalla 15esima edizione dell'Atlante dell'Infanzia, dal titolo “Un, due, tre... Stella. I primi anni di vita” di Save The Children Italia. Sono duecentomila in Italia i bambini che vivono in povertà alimentare, ovvero con famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni. Preoccupanti i dati del Sud Italia e nelle isole, dove la povertà è al 16% - la metà del totale - rispetto al 7% del Centro e al 5% del Nord. La percentuale nazionale è cresciuta rispetto al 2021, quando era all'8%.

Le famiglie in povertà assoluta in cui sono presenti minori sono quasi 748mila. L'aumento del costo della vita è un dato fondamentale nell'analisi di questi dati: la spesa indispensabile per bambini è aumentata del 19%, il costo per la frequenza degli asili nido è salito dell'11%, mentre i costi pre-nascita – visite mediche, ecografie e abbigliamento – sono cresciuti del 37%.

Le deprivazioni alimentari nei primi anni di vita dei bambini costituiscono fattori nocivi alla salute, con rischio di malattie – come il rachitismo – che si protraggono anche nella vita adulta. Quasi un bambino su dieci ha sperimentato la povertà energetica, cioè ha vissuto in una casa non adeguatamente riscaldata in inverno. “Sempre meno bambini e sempre più poveri” ha enunciato Save The Children, poiché nel 2023 la denatalità ha raggiunto il suo livello massimo, con i bambini tra 0 e 2 anni che rappresentano appena il 2% della popolazione italiana. I dati confermano una desertificazione progressiva: in 340 comuni italiani sotto i 5mila abitanti non è nato nessun bambino. Questo è dovuto anche al fatto che la povertà assoluta è del 13% tra i 0 e i tre anni, e del 15% tra i 4 e i 6 anni.

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