24 febbraio 1955: al cinema esce "Marcellino pane e vino"
La storia nasce da una leggenda legata alla vita di San Marcellino, molto popolare in Spagna, che all'inizio del film viene raccontata da un frate francescano a una bambina gravemente malata, mentre tutto il paese si reca al convento per onorare il Santo. Finite le ostilità tra Spagna e Francia, un gruppo di frati decide di recuperare un vecchio castello per farne un convento francescano. Una mattina davanti all'ingresso dell'edificio i frati trovano una cesta con un bambino che, dopo aver cercato invano di affidare a una famiglia, decidono di allevare da soli dandogli il nome del santo del giorno in cui era stato ritrovato: Marcellino. Il bimbo cresce e non avendo altri coetanei con cui giocare, si crea un amico immaginario che chiama Manuel. La sua spensierata quotidianità lo porta per caso nella soffitta dove, affisso alla parete, c'è un crocifisso a grandezza naturale al quale il piccolo decide di portare acqua e vino pensando così di alleviarne la sofferente magrezza. Ne nasce un'amicizia speciale che conduce Marcellino a realizzare ciò che più desidera: vedere sua madre.
Poco dopo la prima uscita del film si guadagnò il plauso della giuria all'ottavo Festival di Cannes, dove Pablito Calvo ottenne una menzione speciale. In Italia arrivò a settembre dello stesso anno e la reazione del pubblico fu entusiasta. Tre anni dopo la piccola star spagnola recitò al fianco del "principe della risata", al secolo Antonio de Curtis, nel film "Totò e Marcellino" diretto da Antonio Musu. Anche lo scrittore Silva beneficiò della popolarità della pellicola: il suo romanzo, tradotto in trenta lingue, vendette oltre nove milioni di copie.