Il 16 ottobre 1978 Carol Wojtyla saliva al soglio di Pietro con il nome di Giovanni Paolo Secondo, primo Papa polacco, primo missionario, mediatico e universalistico, primo con un pontificato che ha favorito la caduta del comunismo e rilanciato il ruolo della Chiesa. Grande viaggiatore, comunicatore instancabile in 25 anni di intenso rapporto con i fedeli ha sempre annunciato la speranza. Un pontificato quasi unico per lunghezza e straordinario per densità, contrassegnato da 14 encicliche apostoliche, esortazioni, lettere e documenti, anni di intensa attività segnata da gesti unici: infilare tra i massi del muro del pianto un mea culpa per i torti dei cristiani, abbracciare un bimbo malato, la tenacia e la resistenza alla neve e al gelo in una Sarajevo distrutta dalla guerra civile, umiliata dalla violenza. Il Papa ha portato un messaggio di speranza e pace dall’atlantico all’Europa, ha stretto la mano dei potenti e ha sempre dichiarato guerra alle guerre perchè tutte ingiuste. Ha messo l’uomo al centro di ogni ragionamento, di ogni istanza, di ogni richiesta, e restituito ai giovani un briciolo di fede in loro stessi, così come ha avvertito l’angoscia degli immigrati e la paura di sentirsi fragili e inaccettati. Un quarto di secolo per un pontificato che ha cambiato la chiesa e il mondo e oggi Papa Wojtyla, fragile e ammalato, con la sua presenza in Piazza San Pietro ci ricorda l’importanza dell’uomo. Una figura da sempre cara anche ai sammarinesi, ancor più da quando il 29 agosto del 1982 un Pontefice giunse per la prima e unica volta in Repubblica per portare il proprio messaggio di pace. Una visita apostolica culminata con la celebrazione della Santa Messa allo Stadio Olimpico di Serravalle di fronte a migliaia di fedeli e con la visita alla Pieve, dove Giovanni Paolo Secondo si inginocchiò davanti alla reliquia del Santo. La presenza del Papa rese dunque storica una semplice giornata estiva d’agosto.
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