26 giugno 1944, quando su San Marino si scatenò l'inferno
È uno degli eventi più luttuosi della storia millenaria di San Marino. Il 26 giugno 1944, dalle 11 di mattina, si scatenò l'inferno sulla Repubblica. In tre ondate, 41 bombardieri decollati da Termoli, sganciarono 263 bombe da 500 e 250 libbre. Fu una strage: almeno 63 morti, 37 sammarinesi e 36 sfollati dal circondario che avevano cercato riparo nella Repubblica rimasta neutrale. “Gli inglesi – ha spiegato lo storico Verter Casali – sospettavano San Marino di ospitare un'armeria nazista, con truppe naziste. Il motivo dominante è quello anche se poi sono fiorite altre spiegazioni più folcloristiche, che storiche”. Un'accusa mai dimostrata. A morti e feriti, si aggiunsero i danni ad abitazioni ed edifici pubblici, tra cui Palazzo Valloni e la Chiesa dei Servi di Maria a Valdragone. Gli anglo-americani, nelle numerose incursioni, culminate nel passaggio del fronte avvenuto nel settembre del 1944, danneggiarono anche la principale infrastruttura di allora, la ferrovia Rimini-San Marino. Inutili le richieste del governo sammarinese social-comunista di ripristinare il percorso ferroviario.