Il 26 luglio 1952 muore a Buenos Aires una delle donne più famose ed influenti del Novecento: Evita Peron, all’anagrafe Eva Maria Ibarguren Duarte. Moglie del presidente argentino,il militare Juan Domingo Peron, la coppia diventa immediatamente popolare in tutta l’Argentina: lei bellissima, ex attrice radiofonica, lui, un astro nascente della politica. Il colonnello Juan Domingo Perón fu tra i capi del cosiddetto “Grupo de Oficiales Unidos” che con un colpo di stato provocò nel giugno 1943 la caduta del presidente Ramón Castillo.
Evita assume l’incarico di ministro del lavoro. Insieme portano a termine numerose riforme economiche, favorendo con numerose concessioni i sindacati degli operai, ottenendo il loro appoggio e dando avvio a quello che più tardi sarebbe diventato il “movimento peronista”. Nel 1947, grazie anche alla mediazione di Eva Perón, in Argentina il voto fu esteso alle donne.
Ma al culmine del suo successo personale Evita si ammala di cancro: muore il 26 luglio del 1952 all’età di 33 anni. La notizia venne data alla radio argentina con un comunicato in cui «il popolo della Repubblica» veniva informato della scomparsa di quella che fu definita il «capo spirituale della nazione»: fu proclamato il lutto nazionale per un mese e il corpo della donna venne esposto in una bara di vetro. Per gli argentini è un dolore immenso. Il giorno dei funerali a Buenos Aires non è più possibile trovare un solo fiore, sono tutti deposti davanti al suo feretro. Tre anni più tardi un golpe militare costringerà Peron a rifugiarsi in Spagna.
Evita assume l’incarico di ministro del lavoro. Insieme portano a termine numerose riforme economiche, favorendo con numerose concessioni i sindacati degli operai, ottenendo il loro appoggio e dando avvio a quello che più tardi sarebbe diventato il “movimento peronista”. Nel 1947, grazie anche alla mediazione di Eva Perón, in Argentina il voto fu esteso alle donne.
Ma al culmine del suo successo personale Evita si ammala di cancro: muore il 26 luglio del 1952 all’età di 33 anni. La notizia venne data alla radio argentina con un comunicato in cui «il popolo della Repubblica» veniva informato della scomparsa di quella che fu definita il «capo spirituale della nazione»: fu proclamato il lutto nazionale per un mese e il corpo della donna venne esposto in una bara di vetro. Per gli argentini è un dolore immenso. Il giorno dei funerali a Buenos Aires non è più possibile trovare un solo fiore, sono tutti deposti davanti al suo feretro. Tre anni più tardi un golpe militare costringerà Peron a rifugiarsi in Spagna.
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