30 gennaio 2002: il delitto di Cogne
Gli indizi contro la donna erano numerosi. Gli investigatori trovarono tracce biologiche sul suo pigiama, segno che era l’indumento indossato dall’assassino al momento dell’omicidio. La Franzoni ha sempre sostenuto di essere innocente; nella sua difesa è sempre stata appoggiata dalla famiglia e da suo marito, Stefano Lorenzi. La tesi della difesa era che a uccidere Samuele fosse stato un estraneo, entrato in casa negli otto minuti che Franzoni impiegò per accompagnare il figlio più grande fino allo scuolabus. Ma gli investigatori non hanno mai trovato tracce della presenza di altre persone all’interno dell’abitazione. Dopo la conferma della condanna a 16 anni da parte della Corte di Cassazione, nel 2016, dopo sei anni di reclusione, Franzoni ha ricevuto gli arresti domiciliari. Sta scontando la pena nella sua abitazione in provincia di Bologna.
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