7° Incontro Nazionale Volontari di Emergency
Il primo è l’uguaglianza: ognuno ha diritto ad essere curato a prescindere da razza, sesso, religione e soprattutto condizioni economiche. “Nel Mondo – ha detto Strada – sta accadendo esattamente il contrario”. Poi il principio della qualità, che si traduce nella possibilità di usufruire delle migliori cure possibili. Il terzo pilastro è la responsabilità sociale: per i Governi la salute dei cittadini deve rappresentare una priorità.
I 3 punti del Manifesto si riassumono in un acronimo: EQS “una sigla – ha detto il leader di emergency – che deve diventare un marchio di qualità per progetti e sistemi sanitari, non solo del terzo mondo”. Per cui la lista delle firme è quanto mai aperta. Una struttura che rispetta questi canoni è il Salam Center di Karthoum in Sudan: unico centro gratuito di cardiochirurgia in Africa: struttura di eccellenza fortemente voluta da Emergency.
Il consigliere del presidente del Sudan, nel corso dell’incontro, ha sottolineato l’importanza del Centro, che accoglie pazienti non solo sudanesi, ma provenienti da tutto il Continente. Studioso di fama internazionale, professore emerito alla Boston University e da decenni attivista nel movimento per i diritti civili.
Zinn ha parlato innanzitutto della sua esperienza di combattente nella seconda Guerra Mondiale. Un evento che lo cambiò, rendendolo estremamente critico nei confronti della politica estera statunitense: considerata imperialista e guerrafondaia. Howard Zinn, stimolato dalle domande del pubblico, ha detto di non farsi troppe illusioni per il futuro. “Le presidenziali americane non porteranno ad un vero ripensamento nei rapporti tra America e resto del Mondo. McCain è nel solco di Bush; Obama promette un parziale disimpegno in Iraq, poi però ritiene indispensabile un rafforzamento del contingente in Afghanistan”.