8 marzo: festa della donna

Oggi è la festa della donna e le celebrazioni, quest'anno, sono diverse. Forse un po' più tristi ma sicuramente più consapevoli

Aldilà degli stereotipi, dei soprusi talmente consueti da diventare luoghi comuni, l'8 marzo resta una giornata più che mai necessaria. Il femminicidio e la violenza sulle donne sono fatti strutturali della nostra società. Serve un drastico cambio di cultura. Solo allora non ci sarà più bisogno di dedicare una ricorrenza all'altra metà del cielo. Per sei italiani su 10 la vita è migliore per gli uomini che per le donne. A vedere e considerare discriminate le donne sono per la maggior parte le donne stesse. E, dato significativo: il 44% delle donne, contro il 20% degli uomini, ha dovuto fare qualche rinuncia in ambito lavorativo a causa di impegni e responsabilità familiari o semplicemente per volere di altri. Nella fotografia dell'Istat appaiono superati alcuni stereotipi sui tradizionali ruoli di genere: non è solo l'uomo a dover prendere le decisioni più importanti per la famiglia, così come la grande maggioranza della popolazione si dice poco o per niente d'accordo con le affermazioni "gli uomini sono dirigenti o leader politici migliori delle donne". Tuttavia l'opinione prevalente è che "per una donna le responsabilità familiari siano un ostacolo nell'accesso a posizione di dirigente" e che "gli uomini dovrebbero partecipare di più alla cura e all'educazione dei propri figli". Eppure, la metà della popolazione è d'accordo nel ritenere che "gli uomini siano meno adatti ad occuparsi delle faccende domestiche". Non solo: ancora il 50% degli italiani – senza distinzione di sesso - pensa che sia soprattutto l'uomo a dover provvedere alla necessità economiche della famiglia. Gli stereotipi sui ruoli di genere però sono sempre meno diffusi tra i giovani. E' forse il primo segnale di quel cambio di cultura necessario per considerare l'altro sia donna che uomo, una persona.

ST

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