9 novembre 1993: crolla il ponte vecchio di Mostar
Un ponte diventato simbolo di quel conflitto. Per questo abbiamo contattato Michele Chiaruzzi, ambasciatore di San Marino in Bosnia. "La cosa importante - dice - è la sua ricostruzione grazie all' impegno delle Nazioni Unite e della comunità locale". Per il direttore del Centro di Ricerca per le Relazioni Internazionali questo fatto testimonia la ricucitura sia del tessuto politico che del tessuto sociale "che resta tuttavia fragile. Ma la ricostruzione ha un altissimo valore simbolico, per questo è rimasto nella nostra memoria come una delle foto simbolo del conflitto".
Per Chiaruzzi la sua distruzione da parte delle forze croate irregolari era il tentativo di lacerare il tessuto politico sociale che rappresentavano Mostar e più in generale la Bosnia unitaria: "un paese unito nelle molte differenze - spiega il diplomatico - per questo il ponte assume un significato europeo; richiama il motto dell'Unione Europea: Uniti nella diversità".
"In un momento in cui molti lavorano per portare alla luce le divisioni - prosegue il docente sammarinese - è importante ricordare che è possibile e auspicabile ricostruire e riportare alla vita i simboli che tengono unite le persone in Europa".
"Le divisioni sono pericolose - conclude Michele Chiaruzzi - e il caso di Mostar ci spiega quale può essere l'epilogo delle divisioni: la guerra".
Alle 10.15 della mattina del 9 novembre, dopo due giorni di bombardamenti di artiglieria da parte delle forze croato-bosniache, le antiche pietre del ponte crollarono nel fiume.
La distruzione del ponte venne filmata da Zaim Kajtaz e le immagini divennero tra le più conosciute del conflitto.