A un anno dalla fondazione dell’Unione Donne sammarinesi il bilancio, tra obiettivi centrati e richieste alla politica ancora in sospeso
Sempre più unite, sempre più determinate, sempre più femministe. Sì, perché il femminismo è la semplice richiesta di una società dove tutti, uomini e donne, abbiano pari diritti e opportunità. È passato un anno da quando Piazza Sant’Agata si riempiva di palloncini dorati e centinaia di persone: era il giorno della rinascita dell’Unione donne sammarinesi, gruppo senza colore politico, che ha fatto la. E tante di loro fanno parte del nuovo comitato civico. Tanto il lavoro già fatto e i traguardi raggiunti. "Abbiamo portato avanti una campagna unica nel suo genere - illustra Karen Pruccoli, nel comitato esecutivo di Uds - per il voto alle donne in occasione delle ultime elezioni, portando la rappresentanza femminile dal 23% al 33%, che per San Marino è un record. Siamo state anche chiamate dal Grevio, il gruppo di esperti del Consiglio d'Europa, che è venuto a San Marino qualche giorno fa per controllare il rispetto del trattato di Istanbul contro la violenza sulle donne".
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Uds oggi continua a lavorare con lo stesso ardore delle prime femministe sammarinesi per ottenere dalla politica gli obiettivi fissati: aumentare la rappresentanza femminile a Palazzo, ridurre la disoccupazione femminile, riconoscere come lavoratore la figura del caregiver, cioè chi si occupa di un familiare non autosufficiente. E soprattutto legalizzare l’interruzione volontaria di gravidanza, che per il momento è un progetto di legge. "Speriamo che vengano rispettati i tempi stabiliti dal nuovo regolamento consiliare - conclude Pruccoli - e che tra ottobre e novembre il nostro progetto vada in commissione consiliare, in modo che nel giro di pochi mesi si arrivi alla legalizzazione dell'interruzione volontaria di gravidanza a San Marino. Direi che abbiamo aspettato abbastanza".