Abbandono scolastico: a Rimini si studia ma la povertà educativa è fenomeno "da monitorare"
La vicesindaca Bellini: "Investire sui primi sei anni di vita dei bambini"
A Rimini l’incidenza della popolazione con bassa istruzione è inferiore alla media nazionale. E' quanto emerge dall'indagine de Il Sole 24 ore sulla “povertà educativa”, Rimini conquista l’84esimo posto, si colloca quindi nella fascia dove statisticamente il livello di istruzione è più alto. I residenti con titolo di studio inferiore o uguale alla licenza media raggiungono il 46%, contro una media nazionale del 48%.
“Ciò non toglie che il fenomeno sia da monitorare, agendo sulla prevenzione” - commenta la vicesindaca Chiara Bellini. “Povertà educativa e dispersione scolastica infatti non si arginano quando sono già esplose, ma si combattono a monte, investendo sui primi sei anni di vita dei bambini”.
In concreto: la costruzione di una casa parte dalle fondamenta, senza le quali niente si regge. Per un’Amministrazione si traduce in investimenti su asili nido e scuole dell’infanzia, ampliando l’offerta e le possibilità di accesso. Bellini, che ha delega alle politiche educative, ricorda quindi la “riforma di sistema” avviata dall’inizio del mandato: l’introduzione della gratuità dei nidi per chi ha redditi medio bassi - che ha coinvolto oltre 600 famiglie - e la realizzazione di tre nuovi poli educativi attraverso le risorse del Pnrr.
L’abbandono scolastico resta in generale un problema per il sistema-Paese. Con l'11,5% nel 2022 l'Italia è quinta in Europa rispetto al terzo degli anni precedenti. Dunque migliora, facendo meglio di Romania, Spagna, Ungheria e Germania. Ma resta ancora distante dagli obiettivi Ue che punta a ridurre la dispersione scolastica al 9% entro il 2030.
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