Aborto, il Vescovo Negri commenta i dati diffusi da Avvenire
Qualcuno, con macabra ironia, lo chiama “aborto fai da te”. La Ru486 è arrivata ufficialmente in Italia i primi dell’anno, ma è stata usata come metodo per interrompere la gravidanza già a partire dal 2005. Le donne che in Emilia Romagna hanno scelto l’aborto chimico sono state, da dicembre 2005 a marzo 2009, 1.684 (circa 42 al mese). Nel 1° trimestre 2009 gli aborti con la Ru486 sono stati 161. Dati che hanno sollevato l’indignazione del mondo cattolico e di chi difende la vita al di sopra di tutto. Il Vescovo di San Marino e Montefeltro condanna chi afferma con tranquillità che il 6% delle interruzioni di gravidanza in Regione siano ottenute con una procedura, un aborto chimico in day hospital, “che va – secondo il prelato – letteralmente contro le disposizioni previste nella Legge 194 e quelle che accompagnavano la recente liberalizzazione della pillola abortiva ad opera dell’Aifa”. “Qualche volta, come in questo caso - dichiara Monsignor Luigi Negri - si ha la sensazione che le istituzioni pubbliche servano da contenitore per operazioni di bassa macelleria. Non possiamo non chiederci - prosegue - fino a che punto possa arrivare il dispregio sistematico del valore della vita fin dal suo concepimento ma, soprattutto, non si può non sottolineare, con vera preoccupazione, che certe istituzioni fanno e disfano Leggi e disposizioni che dovrebbero essere tenuti ad applicare fedelmente in prima persona favorendone la loro integrale attuazione”.
Monica Fabbri