Le adozioni, sia nazionali che internazionali, rappresentano un grande gesto d’amore che, per essere tale, deve avere come obiettivo primario il benessere del piccolo e, proprio per questo, le pratiche per avviare l’iter di adozione non possono essere lasciate alle sole associazioni, composte da persone che dedicano il tempo libero dal lavoro a questi problemi.
Il punto di riferimento, in un Paese come San Marino, deve essere lo Stato. E’ questo il senso dell’istanza d’Arengo che chiede al Consiglio Grande e Generale di dedicare un dibattito a questo argomento e di trovare risposte ai problemi legislativi, burocratici e diplomatici che chi attiva l’iter per le pratiche di adozione deve affrontare.
Si chiede di nominare un referente presso la Segreteria di stato per gli affari esteri, che possa diventare un punto di appoggio e di supporto istituzionale e si propone di costituire una commissione o un gruppo di coordinamento che sia in grado di verificare l’attualità del quadro normativo vigente, di fornire un sostegno istituzionale all’attività delle associazioni di volontariato sammarinesi e di svolgere attività di informazione e di sostegno per le coppie che si trovano ad affrontare questo delicato momento della loro vita.
Questo gruppo non dovrà prevedere costi per la collettività ma potrebbe contare sulla presenza di personale qualificato della Segreteria agli esteri e di rappresentanti delle associazioni di volontariato.
Il problema non è certo marginale: sono molte le persone che attendono una risposta alla loro domanda di adozione, ma sono anche molte quelle che vorrebbero adottare un bambino e che rinunciano davanti alla montagna di difficoltà da affrontare.
La Segreteria di stato per la giustizia terrà un incontro dedicato all’adeguamento della legislazione sammarinese sull’adozione e l’affidamento familiare mettendo a confronto le associazioni che si occupano di questi problemi con il professor Lamberto Sacchetti, esperto di adozioni internazionali.
San Marino è tra i paesi che hanno sottoscritto la Convenzione dell’Aja che consente di stabilire vie di comunicazione tra le autorità dei paesi di origine e quelli di destinazione dei minori adottati, garantendo la tutela dei diritti dei più piccoli.
Il punto di riferimento, in un Paese come San Marino, deve essere lo Stato. E’ questo il senso dell’istanza d’Arengo che chiede al Consiglio Grande e Generale di dedicare un dibattito a questo argomento e di trovare risposte ai problemi legislativi, burocratici e diplomatici che chi attiva l’iter per le pratiche di adozione deve affrontare.
Si chiede di nominare un referente presso la Segreteria di stato per gli affari esteri, che possa diventare un punto di appoggio e di supporto istituzionale e si propone di costituire una commissione o un gruppo di coordinamento che sia in grado di verificare l’attualità del quadro normativo vigente, di fornire un sostegno istituzionale all’attività delle associazioni di volontariato sammarinesi e di svolgere attività di informazione e di sostegno per le coppie che si trovano ad affrontare questo delicato momento della loro vita.
Questo gruppo non dovrà prevedere costi per la collettività ma potrebbe contare sulla presenza di personale qualificato della Segreteria agli esteri e di rappresentanti delle associazioni di volontariato.
Il problema non è certo marginale: sono molte le persone che attendono una risposta alla loro domanda di adozione, ma sono anche molte quelle che vorrebbero adottare un bambino e che rinunciano davanti alla montagna di difficoltà da affrontare.
La Segreteria di stato per la giustizia terrà un incontro dedicato all’adeguamento della legislazione sammarinese sull’adozione e l’affidamento familiare mettendo a confronto le associazioni che si occupano di questi problemi con il professor Lamberto Sacchetti, esperto di adozioni internazionali.
San Marino è tra i paesi che hanno sottoscritto la Convenzione dell’Aja che consente di stabilire vie di comunicazione tra le autorità dei paesi di origine e quelli di destinazione dei minori adottati, garantendo la tutela dei diritti dei più piccoli.
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