Affido minori stranieri non accompagnati: il Congresso autorizza due associazioni
Si può fare domanda per la valutazione sull'idoneità. Rondelli: "Ci auguriamo ci siano tante famiglie sammarinesi interessate perché ci sono tanti bambini che soffrono, senza adulti che li tutelino”
Ad Aprile la legge, primo passo di un percorso tutto da costruire. Il 25 ottobre un nuovo importante tassello: il Congresso di Stato ha individuato le due associazioni che possono fare da tramite per l'arrivo a San Marino di minori stranieri non accompagnati. Sono state autorizzate alle procedure di affidamento la Comunità di Sant'Egidio e Still I Rise, entrambe con sede a Roma. Dare un futuro ai bambini dei campi profughi è un tema sul quale la politica non ha mai posto bandierine, condividendo dapprima l'ordine del giorno promosso da Sara Conti, e – nove mesi dopo – approvando la legge all'unanimità.
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Lavoro che prosegue, e che vede in prima linea il Presidente della Commissione Esteri Paolo Rondelli: “Il prossimo passo, che verrà effettuato dal dipartimento Affari Esteri che sta alacremente lavorando con i suoi funzionari su questa tematica, è una riunione con Tribunale e Servizio Minori per oliare definitivamente le procedure. Resta il fatto che i privati che vogliono avviare la procedura di valutazione per essere giudicati idonei all'affido possono già presentare domanda al Servizio Minori”.
Ma quando potranno arrivare i primi bambini stranieri? “Dal punto di vista umanitario il tempo giusto sarebbe ieri, ovvero il prima possibile perché questi bambini sono in condizioni di grande sofferenza, senza la tutela di un adulto. Servono ovviamente le procedure burocratiche per il rilascio dei visti di transito e per i permessi di soggiorno. La legge sammarinese – continua Rondelli - è un ottimo strumento, è stata trasmessa all'Assemblea parlamentare del Mediterraneo e altri organismi perché è un focus innovativo dal punto di vista interazionale. Ci auguriamo ci siano tante famiglie sammarinesi interessate perché ci sono tanti bambini che hanno bisogno”. Un'occasione, per un paese piccolo dal cuore grande, di rappresentare un esempio in un'Europa divisa sul fronte dell'accoglienza, “anche perché qui non si parla di migranti economici, ma di emergenza umanitaria, di bambini e ragazzi che soffrono e che non hanno nessun adulto che li tuteli”.
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