Affitti universitari a San Marino: nessuna tenda, ma lo studentato è un'esigenza
Un viaggio tra i fuorisede dell'Ateneo del Titano. Poche stanze, prezzi “nella norma”, il “problema” dello stage. Le interviste al Rettore, al Segretario di Stato e agli studenti che la sera non sanno dove andare e come andarci
Ancora nessuno studente ha piantato tenda davanti all'ex convento Santa Chiara per protestare contro il caro affitti a San Marino, ma la situazione alloggi per gli universitari del Titano merita una riflessione, fra carenza di stanze, contratti non regolari e poca flessibilità dell'offerta. Su tutti, però, la mancanza di uno studentato.
Cosa ne pensa il Rettore Corrado Petrocelli
Università in crescita
Il Rettore Corrado Petrocelli non nasconde le difficoltà che hanno gli studenti universitari a trovare un alloggio. “Partiamo da una giustificazione: quando sono arrivato nel 2014, l'Università contava poco più di 200 studenti. Molti venivano da zone limitrofe: Rimini, Riccione, quasi tutti pendolari. E pochissimi, l'1 percento, da San Marino. Ora abbiamo superato i mille studenti e i sammarinesi sono il 10 percento. E con uno studente che è arrivato poco tempo fa dalla Sardegna, abbiamo coperto tutte le regioni italiane. Certo la parte del leone la fanno l'Emilia Romagna e le Marche, ma ci sono anche gruppi di studenti, magari già fra loro conoscenti e amici, che arrivano ad esempio dalla Puglia. Questo ci fa immensamente piacere, ma ha generato una serie di problemi e di richieste pressanti che prima non c'erano. Perché molti di questi studenti vogliono risiedere qui, in quanto una delle caratteristiche della nostra Università è che si basa sulla frequenza, per il rapporto che si crea non solo fra studente e professore, ma fra studenti - è la cosa più importante - che vivono insieme, si confrontano, si scontrano, crescono. E che fa dell'Università una piccola grande famiglia. E sono gli stessi studenti che ci aiutano a crescere, parlando ai coetanei, come durante l'Open Day”.
I servizi universitari
“Negli anni – continua Petrocelli – abbiamo implementato i servizi agli studenti: hanno la Smac gratis - gliela diamo noi -, possono mangiare a tutte le mense, adesso anche a quella di Dogana, hanno il counseling psicologico, hanno a disposizione un ufficio per le problematiche di difficoltà di apprendimento - il professor Stella è forse il miglior studioso in Europa di queste tematiche -, hanno il garante che pensa soltanto a loro; abbiamo radicalmente modificato tutti questionari, adesso li vediamo dalla parte dello studente e facciamo una valutazione partecipativa”.
Manca uno studentato
“Se sei o sette anni fa avessi detto «ho intenzione di ampliare l'Università», mi avrebbe dato del pazzo. Invece l'abbiamo fatto. E lo abbiamo fatto riservando gli spazi adeguati per gli studenti. Ora manca un collegio degli studenti. In Italia, in genere, i collegi degli studenti sono appannaggio delle regioni e le borse di studio dello Stato. Le borse di studio qui le eroghiamo noi. E le abbiamo moltiplicate. Adesso riusciamo a dare borse di studio a tutti gli idonei richiedenti; quest'anno le abbiamo raddoppiate rispetto all'anno scorso. Però una casa dello studente dove i ragazzi possono stare veramente insieme e passare un po' del tempo libero, manca. In questo anni ho fatto anche il sensale, riuscendo trovare i siti per il Dipartimento, quelli di Dogana a Wtc, quelli vicino all'ex palazzo delle poste in viale Onofri. Ma è lo Stato che deve acquisire gli immobili”.
Sammarinesi e studenti: un rapporto da un milione all'anno
“I sammarinesi si sono alla fine resi conto che c'erano gli studenti perché è un fenomeno che dopo un po' di anni è diventato evidente, da 200 a 1000 la differenza si vede. Lo studente è uno che vive qui, entra nei bar, nei negozi, mangia, spende. Lui, i suoi amici, i parenti, la fidanzata. Ci sono realtà che si sono costruite sugli studenti, sulle loro feste di laurea, sulle feste di compleanno. Possiamo dire tranquillamente che il centro storico sarebbe morto se non ci fossero gli studenti. Ora gli appartamenti sono ricercatissimi, a volte sono prenotati dall'anno prima. E sappiamo però che gli studenti hanno il problema dell'affitto. Abbiamo tentato anche di quantificare questo elemento di ricchezza soltanto dal punto di vista monetario degli affitti e il calcolo fatto a spanne dice che entra nelle tasche dei sammarinesi più di un milione di euro all'anno, senza contare l'indotto. Piccole città con una università, se li coltivano e se li coccolano gli studenti. Urbino si regge sull'Università e un po' anche Camerino. Da ultimo mi sembra che anche qua si sono accorti che c'è un'Università che funziona, che dà soddisfazioni, che entra in Europa e la cosa ci fa molto piacere”.
Studentato, un investimento certo
“Credo che una Casa dello studente non toglierebbe nulla agli appartamenti privati, ma consentirebbe a un nucleo maggiore di studenti di poter stare qui in maniera stabile. Sarebbe un investimento certo. Abbiamo una serie di accordi che non sono ancora, per fortuna, operativi, per ragioni Covid soprattutto. Ma abbiamo una possibilità alta che vengano da noi un numero non basso di studenti, per fare un esempio, da Brasile e Cina. Ma questa gente dove la mettiamo? Andiamo a cercare appartamenti per la settimana della Summer School? Dobbiamo dare un servizio a questi studenti, è una delle cose che ci ha chiesto l'Europa. Ed è una delle poche cose che non posso risolvere e non faccio che dirlo in ogni occasione. I cinesi, quando stavamo per chiudere l'accordo di scambio, ci avevano inviato un lungo questionario con tutte una serie di richieste conoscitive: dov'è il cinema, dov'è la farmacia, dov'è il collegio degli studenti e quante stanze ci sono.”
E la politica cosa fa?
“I vari Segretari di Stato all'Istruzione e Università che si sono avvicendati hanno detto di essere consapevoli del problema e di darsi da fare, così come il segretario Andrea Belluzzi, ma non siamo ancora riusciti a trovare una soluzione adeguata”, ammette il Rettore che indica anche la posizione ideale che deve essere non lontana dal centro, perché la maggior parte degli studenti – circa 350 – frequentano il corso di design, al Santa Chiara, o Comunicazione e Digital media, in viale Onofri. Mentre gli studenti di ingegneria sono per la stragrande maggioranza pendolari, motivo per il quale l'Università ha deciso di trovare locali adeguati al World Trade Center di Dogana. “Il punto è: lo Stato può mettere delle risorse per acquisire un immobile?” chiede Petrocelli. “Gli immobili vuoti ci sono”, afferma il Rettore nominando la "Quercia Antica". “È un immobile perfetto per un centinaio di studenti, strategico anche dal punto di vista della posizione; non per niente – argomenta – tanti studenti risiedono in via della Capannaccia e in via Gino Giacomini, dove trovano tutti i servizi”. “Ma – prosegue – abbiamo visitato anche un grande immobile a Valdragone, dal quale eravamo disposti a far partire un servizio navetta verso Città. Ma niente”. Qual è allora il collo di bottiglia? “I soldi”, risponde.
A fine mandato
Il contratto del professore Petrocelli scade a ottobre. Poi cosa accadrà? “C'è un tempo per tutto e il mio è finito. È giusto che ci siano degli avvicendamenti. Adesso c'è la legge e quindi l'imprimatur del Processo di Bologna (lo Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore, Ndr). Dobbiamo chiedere infine al ministero italiano il pieno riconoscimento dei nostri titoli in autonomia, dei nostri professori, portando le credenziali. E quindi applicare subito il dettato della legge. Dopo tanto lavoro, lo studentato sarebbe la ciliegina sulla torta”.
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La posizione del Segretario di Stato Andrea Belluzzi
L'Università necessita di nuovi alloggi
Per la segreteria Cultura, Istruzione e Università la linea del Rettore è corretta perché, afferma Andrea Belluzzi, “quello dello studentato è un tema importante, soprattutto per assicurare la crescita per numero di iscritti dell'Università”. Oggi ne conta 1.100 e “senza Covid – specifica – ne avremmo avuti ancora di più”. Ma per crescere ancora, “l'Ateneo ha bisogno di nuovi alloggi”. Belluzzi conferma che si sta lavorando su più ipotesi, perché gli studentati potrebbero essere più di uno. I posti letti non servono infatti solo agli studenti, stabili o dottorandi, ma anche a docenti e personale sanitario che viene a San Marino per specializzazioni o tirocini. Da qui l'ipotesi di un'“alleanza” con la Segreteria alla Sanità.
Studentato vs appartamenti privati?
Due i concetti sul quale il segretario Belluzzi insiste. “L'Università – afferma a più riprese – ha salvato il mercato immobiliare del centro storico in questi anni; tanti appartamenti che sarebbero rimasti sfitti sono occupati da studenti universitari”. E ancora: “Lo studentato non toglie qualcosa a chi ha un appartamento da dare in locazione, perché copre una domanda di sviluppo diverso, attualmente insoddisfatto e non compromette il mercato immobiliare. Anzi, mi appello ai sammarinesi: se avete un appartamento e desiderate affittarlo, rivolgetevi all'Università perché ce n'è bisogno. Questi percorsi – sottolinea – si sommano e non sottraggono nulla l'uno all'altro”.
Universitari e trasporti
Il segretario è al corrente anche di un'altra problematica: i trasporti. Diversi studenti hanno infatti ammesso di aver trovare un alloggio nel Castello di Borgo Maggiore, in particolare nel centro storico, da anni in via di spopolamento, ma di avervi poi rinunciato a causa degli orari della funivia, non in linea con le loro esigenze. “Una delle ipotesi di studentato è proprio nel centro storico di Borgo – afferma il segretario di Stato –, quindi il tema della mobilità è un tema connesso che metteremo a progettualità”. “Per lo sviluppo di nuove sedi dell'Università, posto che l'intenzione è quella di mantenerle nelle zone Unesco, Borgo Maggiore è uno dei luoghi che potrebbe accogliere una infrastruttura su cui stiamo riflettendo per nuove aule. Motivo per cui il tema funivia diventa vitale”, ci dice Belluzzi.
Paese, Governo e Università
“In questa legislatura – ricorda il responsabile della Cultura – il governo ha fatto un accordo quadro con l'Università, che è partner e consulente dell'esecutivo su tanti progetti. La segreteria Interni ha sviluppato il Master per dirigenti della pubblica amministrazione, la segreteria al Lavoro ha usato l'Istituto giuridico per gli studi preparatori alla riforma della legge sul lavoro. Quella alla Sanità si è avvalsa dell'Ingegneria gestionale per sviluppare alcuni progetti sull'amministrazione e le pari opportunità. Il Centro di ricerca internazionale, che è partner della segreteria Esteri, sul negoziato di associazione con l'Ue e sul comunicare i suoi contenuti. La segreteria al Territorio ha dedicato di sua iniziativa degli spazi per lo sviluppo dell'Università”, elenca. “Quindi il governo ci crede. Ma va riconosciuto che ci hanno creduto tutti i governi che si sono succeduti nelle ultime legislature ed è per questo che l'università è cresciuta, com'è corretto che sia, visto che l'Ateneo rappresenta un progetto di sistema per il Paese”. Ad Andrea Belluzzi preme inoltre sottolineare la connessione, “che va ulteriormente coltivata”, fra Università e Paese; e porta come esempio l'apprezzamento espresso da Anis, l'associazione degli industriali, per il lavoro dell'Ateneo. Molti ex studenti lavorano infatti in importanti aziende sammarinesi, con grande soddisfazione degli imprenditori per la qualità e le skill che hanno portato. “L'Università – e conclude – può crescere ancora; dovremmo darci un obiettivo ragionevole di raddoppiare le iscrizioni nel medio termine, pur rimanendo una Università piccola, fatta di pochi corsi ma di eccellenza e di relazione, sviluppando la ricerca scientifica dentro l'università ma connessa al territorio”.
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La voce degli studenti
Abbiamo più volte varcato il portone dell'ex convento di Santa Chiara, in contrada Omerelli, per raccogliere, in forma anonima, la voce degli studenti. Non sono mancate quelle critiche, fra penuria di stanze in affitto e difficoltà negli spostamenti. Sul sito dell'unirsm si trovano diversi numeri di telefono di persone che offrono stanze e appartamenti; una lista “da cui iniziare”, ci dicono gli intervistati, ma non sempre utile perché “non aggiornata”.
Muoversi per tempo
Il primo studente che incontriamo nel chiostro è un 20enne di Bologna a cui, come ammette, è andata bene: “Vivo in centro storico in un appartamento che ha 4 singole, me senza salotto. Anche il prezzo è accettabile: 300 euro, tutto incluso, compreso il wi-fi. Il segreto è muoversi per tempo. Conosco però diversi ragazzi che, nonostante, abbiano iniziato la ricerca in anticipo rispetto all'inizio delle lezioni, non abbiano trovato un appartamento”.
Una ragazza 21enne de L'Aquila racconta invece di aver avuto meno fortuna, “perché – dice – ho fatto il test d'ingresso nell'ultima tornata, a settembre”. “L'unica che avevo trovato era a Borgo Maggiore e non mi sarebbe dispiaciuto – aggiunge la giovane – se la funivia avesse avuto orari congeniali”. La studentessa spiega di aver anche chiesto, assieme ad altri colleghi, di poter fare l'ultima corsa alle 19 anziché alle 18.30, “ma non abbiamo trovato disponibilità”. Unica soluzione: uscire prima da lezione, oppure chiedere un passaggio a chi ha disponibilità di un'auto. Dall'anno successivo ha cercato e trovato a due passi dalla sede universitaria.
Anche un altro ragazzo, di 21 anni, che viene da Firenze conferma le difficoltà a trovare una stanza quando si arriva a San Marino nella tornata di settembre. “Ho chiamato tutti i numeri della lista, ma ho trovato solo un piccolo monolocale a Murata, pagando 450 euro tutto compreso. Quando ho capito che per me era troppo lontano, mi sono subito mosso per cercarne un altro per il secondo semestre”. E aggiunge: “Quando stavo a Murata non c'era mai un bus che passasse: i mezzi pubblici non sono molto efficienti”. Ed una collega aggiunge: “Anche per scendere a Rimini gli orari degli autobus sono molto discutibili. L'ultima corsa per la tratta Rimini – San Marino è alle 19”. La replica del 21enne: “Vogliamo parlare degli ascensori che sono chiusi da molto tempo? Gli abbonamenti universitari per i parcheggi valgono solo al P9 e al P10, che sono collegati al centro proprio dagli ascensori che non vanno”.
Una ragazza di Verona, che segue il Corso magistrale di Design, dice di aver avuto molta fortuna perché ha trovato un cartello “Affittasi” affisso da pochi minuti ad un porta di una casa vicinissima al Santa Chiara. “Una vera botta di fortuna!”, sottolinea. Ma sapevo che sarei dovuta andare via l'anno successivo per un accordo pregresso del proprietario. E qui sono giunti i problemi. Con una compagna di Corso ha infatti iniziato a cercare un appartamento con due singole, “ed è stato un delirio”. La lista presente sul sito dell'Università “non mi è servita affatto”. Solo grazie ad un amico di un amico, che le ha passato il contatto di una signora, a sua volta amica della proprietaria del suo appartamento, sono riuscite a soddisfare la ricerca. “Muoversi per tempo è quasi sempre necessario – afferma -, ma è ancor meglio contattare quante più persone che si sa frequentare o aver frequentato l'unirsm, anche utilizzando Instagram o Linkedin”. Perché, aggiunge, “siano noi studenti a sapere chi sta affittando e chi no, chi è consigliabile e chi è da evitare”. Rileva anche come, secondo la sua esperienza e quella di diversi colleghi di Corso, negli ultimi anni gli affittuari facciano una sorta di “cartello”, stabilendo quindi a priori una sorta di tariffario medio. “Quest'anno, per esempio, praticamente tutti hanno aumentato l'affitto di oltre il 10 percento”. Le singole sono quindi passate da 400 a 450 euro. “Giocano sul fatto – conclude – che le stanze a disposizione sono molto poche e che trasferirsi, magari senza auto, non è così semplice”.
Una studentessa della provincia di Pesaro Urbino si concentra sui prezzi degli affitti, “molto alti” secondo lei, “non tanto in termini assoluti – perché sappiamo quanto possano costare in città come Milano, Roma o Bologna -, quanto in termini relativi, perché purtroppo San Marino offre ben poco”.
Il sommerso
Alla domanda se avessero un contratto regolare, la maggior parte degli studenti, a cui non è mai stato chiesto il nome, hanno risposto di sì. Ma c'è anche chi ammette di non averlo. E raccontano le esperienze personali: “Non ho mai saputo il nome del proprietario dell'appartamento in cui stavo lo scorso anno. Solo dopo essere stati fermati una sera dalle forze dell'ordine – ci dice una studentessa -, abbiamo insistito per aver un contratto regolare”. “Quest'anno – continua – ho cambiato appartamento, ma anche in questo caso il contratto non è stato fatto”. Difficile, dalle interviste fatte, poter anche solo azzardare una percentuale del sommerso. Un'altra studentessa, facendo un calcolo veloce sui compagni di Corso, ipotizza un “almeno il 10 percento dei ragazzi della mia classe” e precisa che la sua stima “è prudenziale”, quindi al ribasso. “Il nostro attuale proprietario ci ha chiesto se per noi fosse necessario farlo regolare; al nostro “sì”, non ha opposto obiezioni”.
Il problema del “terzo anno”
Se, come registrato, la difficoltà a trovare casa è piuttosto relativa - anche se il fenomeno esiste e non può che peggiorare con l'aumento costante delle iscrizioni - c'è un dato di fatto che coinvolge tutti. È lo stage del terzo anno. In pratica gli studenti di design – ma non solo loro -, durante il secondo periodo didattico del terzo anno, svolgono uno stage obbligatorio di 400 ore in aziende, studi professionali e istituzioni che operano nel campo del design, fuori San Marino. Quindi per un periodo cambiano città, pagando un altro affitto. E qui sorge il problema, perché, “praticamente nessuno in Repubblica affitta per soli sei mesi”. E se qualcuno lo fa, “costano tantissimo”. “Qualcuno – racconta un'altra studentessa – si è trasferito a Rimini per avere un affitto di sei mesi e sale a San Marino in autobus... capisci bene quanto può essere scomodo”. E poi c'è chi, in mancanza di alternativa, accetta di firmare un contratto annuale, anche se per la metà della durata sarà fuori territorio.
Cosa facciamo stasera?
I ragazzi intervistati, a San Marino stanno bene. “L'Università funziona e i compagni di Corso sono tutti simpatici”, ma “la sera è un mortorio”. Nessuno ha dato una risposta diversa. Tanti hanno vissuto in grandi città, con “vita ovunque, locali aperti tutta la notte”. E fanno il paragone: “Qua alle 23 i gestori ti fanno capire che è ora di prendere la via della porta”. E se poi non si è auto muniti, la scelta è quantomeno limitata: “Guaita, Giulietti, Macello”, ripetono in coro. “Time off” in Borgo, se qualcuno ti dà uno strappo. E allora si va di quello che chiamano “autogestione del divertimento”: giochi da tavolo e carte da portare a casa di uno o dell'altro. E qui arriva un altro problema, quello dei vicini di casa. In diversi raccontano di essere stati “presi di mira” dalle persone della porta accanto, ma anche di qualche piano più su. “Eravamo a casa di amici, verso le 11, e stavamo giocando – “non facevano un rave”, precisano -, prima il vicino ha iniziato urlare dal balcone, poi ha iniziato a bussare, sfondando quasi la porta. Noi cercavamo di fare meno rumore possibile; oggettivamente, non davamo fastidio. Alla fine ha bussato la Gendarmeria, consigliandoci caldamente di andare a casa”. In un altro caso, un proprietario ha fatto specifica richiesta di non invitare altre persone a casa, neanche per studiare insieme.
Ci salva SwagMarino
Non ne avevamo mai sentito parlare. Ma in Università tutti lo conosco. SwagMarino è un profilo Instagram creato da quattro ragazzi della triennale che si sono presi la briga di organizzare serate e feste. Prima solo a San Marino, poi anche in Riviera. E il profilo social funge da bacheca degli eventi. Lì vengono forniti tutti i dettagli utili: luogo, data, orario, eventuali mezzi di trasporto disponibili. “Sono pochi, ma molto attivi; sono serate che motivano la gente a uscire”, ammettono gli studenti, tanto che SwagMarino ha anche creato le felpe dell'Università con importante brand come “basedodici”. Sta di fatto che per muoversi, soprattutto la sera, diventa necessario avere a disposizione un'auto, propria o di un amico.
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Segreteria Studenti: come orientarsi
Un punto di riferimento importante, soprattutto per le matricole, è la Segreteria Studenti che ha sede in viale Onofri. Guida lo studente sulle procedure come preiscrizione, immatricolazione e trasferimenti. E aiuta anche ad orientarsi per chi viene a San Marino la prima volta. Fra le varie procedure burocratiche, la Segreteria Studenti agevola la comunicazione fra studente e Gendarmeria a cui deve giungere un modulo in cui il ragazzo attesta il proprio soggiorno in Repubblica; una procedura ora semplificata, mentre prima del 2015 lo studente doveva fare un vero e proprio permesso di soggiorno. Al nuovo iscritto, oltre alla Smac Card, viene fornito un badge universitario, identificativo, e che consente di avere agevolazioni per parcheggi, cinema, musei, funivia, autobus. In quanto punto di riferimento, la Segreteria raccoglie anche diverse istanze. Due le note dolenti: i trasporti, in particolare la funivia, e i soggiorni brevi. L'Università deve infatti gestire lo scambio di studenti, in particolare da Bologna e Parma. Molti di questi, in assenza di uno studentato, ripiegano su strutture ricettive. Lo stesso vale per chi è iscritto a un Dottorato di ricerca, che richiede la frequenza per due periodi all'anno di un mese ciascuno, o un master, solitamente nel fine settimana. In attesa di uno sviluppo sostanziale della mobilità internazionale degli studenti, San Marino e la sua Università devono farsi trovare pronti con strutture adeguate.
Tirando le somme, la situazione degli alloggi per i fuorisede a San Marino è lontana da quelle delle grandi città dove da inizio maggio gli studenti hanno piantato tende davanti agli atenei per, hanno riferito, “accendere una luce sul problema del caro affitti”. Ma le dinamiche sono spesso le stesse: anche sul Titano il segmento studentesco è solo uno di quelli che affitta, insieme a giovani coppie che non possono permettersi di comprare casa e residenti “atipici” (imprenditori, pensionati e sportivi con determinati requisiti). In pratica si è creata una concorrenza che ha diminuito il numero di appartamenti disponibili e alzato i prezzi. Dall'altra parte gli studenti hanno rivitalizzato il centro storico, area di fascino, ma oggettivamente non comoda per le famiglie che infatti hanno da tempo abbandonato l'area dentro le mura. Un arricchimento, quello degli studenti sul Titano, di assoluto rilievo. E di certo non solo economico. San Marino, forse, San Marino lo ha capito. A certificarlo sarà però il taglio del nastro dello studentato.
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