Un impegno di spesa per poco più di un milione di euro all'anno, per i vari costi da sostenere per manutenzioni ed oneri vari; un introito che invece non supera i 500 mila euro l'anno, che deriva dalla riscossione dei canoni di locazione. I conti non tornano. Con l'affitto degli immobili pubblici lo Stato perde qualcosa come il 50% per cento di quanto sostiene per il mantenimento. Di qui la decisione di rinegoziare quasi tutti i contratti, eliminando quelle situazioni sfavorevoli o non remunerative, per allinearsi invece con quelli che sono gli standard del mercato. “Un modo – spiega il Segretario di Stato alle Finanze, Claudio Felici – per evitare anche forme di concorrenza sleale tra operatori che pagano canoni così diversi”. Ovviamente si cerca di recuperare risorse diversamente sprecate, con l'intento di mettere fine anche a situazioni paradossali, come quelle dove lo Stato paga l'affitto ad un privato per concedere l'immobile in uso ad un terzo, sempre privato. Non mancano casi di morosità prolungata, anche se pochi e dovuti a situazioni particolari, che però costano allo Stato 150mila euro l'anno. Insomma si vuole mettere ordine e allinearsi con i valori del mercato. Subito partirà una ricognizione approfondita sui vari contratti e poi si apriranno i negoziati per arrivare alla stipula dei nuovi canoni di locazione, già nel mese di settembre.
Sergio Barducci
Sergio Barducci
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