La donna ripresa nel video è americana, si chiama Caitlan Coleman; il marito – Joshua Boyle, canadese –, tiene in braccio i due figli: sono nati in prigionia. Perché dietro la telecamera ci sono i talebani, e questo filmato è stato effettuato in qualche zona sperduta dell'Afghanistan. I coniugi Boyle – rapiti 4 anni fa sulle montagne nei pressi di Kabul, durante un folle ed ingenuo viaggio in cerca di avventura – fanno appello ai rispettivi Governi affinché intavolino una trattativa con gli insorti. Gli Stati Uniti, tuttavia, - in queste situazioni - non pagano, preferendo ricorrere a blitz delle forze speciali. Sarebbe necessaria, forse, l'attenzione della comunità internazionale. Ma con la conclusione della missione NATO-Isaf, si sono spenti i riflettori dei media. Questo – ovviamente – non significa che Kabul abbia il controllo della situazione. Le violente campagne di primavera dell'insorgenza hanno portato ad una situazione a macchia di leopardo: con i talebani, e le formazioni al Qaeda, in grado di controllare vaste aree del Paese. Il doppio assedio di Kunduz, e la sua temporanea riconquista, rappresentano ben più che un campanello d'allarme per il Governo Centrale, e ciò che resta dei vari contingenti internazionali, che da qualche tempo devono vedersela anche con un nuovo e pericolosissimo player nell'area: lo Stato Islamico. Formazioni jihadiste in forte difficoltà, invece, in Siria. Da ieri, Aleppo, è completamente libera dalla presenza di ribelli e bande qaediste; in migliaia sono scesi in strada a festeggiare. “L'evacuazione di Aleppo – ha dichiarato Vladimir Putin - è stata l'azione umanitaria più importante dell'era moderna, e i presidenti di Turchia ed Iran hanno avuto un ruolo prioritario nella liberazione della città. Il passaggio suggestivo – ha aggiunto - è estendere la tregua a tutto il Paese”.
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