Gli osservatori internazionali di Ue e Osce, che domani dovranno viaggiare da un seggio all’altro, temono attacchi. Mentre sulla censura imposta dal governo afghano, i giornalisti locali, ma anche la maggior parte di quelli stranieri, respingono il divieto di informare sugli atti di violenza che dovessero eventualmente verificarsi. Concreti anche i timori di brogli e irregolarità nel processo di voto, così come l’incognita su quella che sarà l’affluenza alle urne dopo le intimidazioni rivolte dai talebani alla popolazione.
Silvia Pelliccioni
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