L’agenzia investigativa CIO nel mirino del governo. Ecco perché

L’agenzia investigativa CIO nel mirino del governo. Ecco perché.
La vicenda risale a qualche settimana fa. Una pattuglia della gendarmeria aveva fermato per un controllo un individuo “sospetto”, nascosto dietro alcuni cassonetti a Fiorina vicino alla rotatoria, il quale aveva detto ai militari di essere intento a svolgere attività investigativa per conto dell’istituto di vigilanza CIO, e stava pedinando, in particolare, una persona. Alle perplessità dei gendarmi, aveva risposto il titolare della CIO - Salvatore Vargiu - contattato al telefono direttamente sul posto, il quale pare abbia sottolineato la regolarità dell’operazione, arrivando perfino a sostenere di disporre di specifiche autorizzazioni in tal senso dal governo.
Di qui l’immediata reazione di alcuni membri dell’esecutivo: per il Segretario di Stato all’Industria Marco Arzilli si tratta di millantatori che già da tempo vantano crediti che non hanno. Un episodio gravissimo che lunedì approderà in Congresso di Stato per decidere eventuali provvedimenti al riguardo. Parere condiviso anche dal Segretario di Stato agli Interni Valeria Ciavatta che ribadisce l’assoluta estraneità del governo a fatti del genere: nessuna autorizzazione a fare indagini è stata mai rilasciata ad istituti privati di vigilanza. Ed è stato peraltro avviato un attento monitoraggio su questo delicato settore.
Il titolare della CIO si difende asserendo che le sue dichiarazioni sono state manipolate e di non aver mai detto di lavorare per conto dello Stato, bensì di poter operare grazie ad una apposita licenza nella disponibilità dell’agenzia. Probabile, a breve, un incontro di chiarimento.

Silvia Pelliccioni

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