Aleppo, Padre Ibrahim Al Sabagh: “La gente non ce la fa più, tre ore al giorno di tregua umanitaria non bastano”

Aleppo, città fantasma. Strade semi-deserte, mancanza assoluta elettricità, l'acqua va e viene, e poi carenza di carburante, poche medicine nelle farmacie, alimentari a caro prezzo. E' il dramma quotidiano dei civili all'indomani della tregua di tre ore al giorno annunciata dalla Russia per permettere l'ingresso in città dei convogli umanitari. Nessun cessate il fuoco: l'eco dei bombardamenti, insieme alla paura, resta una costante, come ci rivela il parroco di Aleppo, Padre Ibrahim Al Sabagh.
Sia nel settore orientale di Aleppo, in mano agli insorti, sia in quello occidentale controllato dai governativi, ci sono "innocenti che soffrono". Padre Ibrahim invita l'opinione pubblica ad una visione equilibrata. "E' un errore - sottolinea - schierarsi con una parte o con l'altra”. “Sono necessarie almeno 48 ore di tregua umanitaria" – preme oggi l'inviato speciale dell'Onu per la Siria, Staffan de Mistura. "Tre ore al giorno non bastano” - scandisce anche Padre Ibrahim.
Nel video, l'intervista telefonica a Padre Ibrahim Al Sabagh, parroco di Aleppo.

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