Allarme Csu: "Aumentano i contagi sui posti di lavoro. Si torni alle norme della prima ondata pandemica"
Lonfernini: "Misure adottate per garantire equilibrio tra necessità sanitarie e tenuta del sistema economico"
Troppi contagi sui posti di lavoro. La Csu suona l'allarme, dopo aver ricevuto diverse segnalazioni da parte di dipendenti di aziende con colleghi positivi. Nel mirino dei Segretari della Federazione Industria di Cdls e Csdl Paride Neri e Agostino D’Antonio le modifiche delle regole sulla quarantena: “Alcuni casi segnalati – scrivono - riguardano persone asintomatiche che, pur essendo in attesa dell’esito del tampone di un famigliare, hanno continuato a lavorare, salvo poi scoprire di essere stati a loro volta contagiati”. Soprattutto puntano il dito contro le nuove disposizioni introdotte dall’ultimo Decreto sugli obblighi per il lavoro da casa.
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Parlano i numeri: nel mese corrente sono circa 400 i lavoratori in smart working contro i 3.880 di marzo dell'anno scorso. Differenza da ricercarsi non solo nel differente contesto – scrivono - ma principalmente nei contenuti dei rispettivi Decreti. Durante la prima ondata, infatti, oltre a prevedere il lavoro a domicilio, si stabiliva l’obbligo di riduzione del 50% dell’organico all’interno delle aziende e la possibilità per il dipendente di astenersi volontariamente dal lavoro ed accedere alla cassa integrazione. Per Neri e D'Antonio “la combinazione di queste diverse disposizioni, più di ogni altra cosa, ha spinto anche le imprese più restie a preferire il ricorso al lavoro a domicilio piuttosto che vedere ulteriormente ridotta la propria capacità operativa”. Altra nota dolente, spiegano i segretari FLI-CSU, “la scelta di chiudere le mense lasciando aperti bar e ristoranti, aumentando così il rischio di assembramenti dei lavoratori durante la pausa pranzo”. Indispensabile, oltre al vaccino, la prevenzione. Su quarantene, lavoro a domicilio e pianificazione aperture-chiusure, invitano quindi il Governo a ristabilire le norme in vigore durante la prima ondata pandemica. “Si fatica a contestare misure adottate per garantire il giusto equilibrio tra necessità pandemiche/sanitarie e tenuta del sistema economico”, – risponde il Segretario al Lavoro Teodoro Lonfernini. “Abbiamo chiesto espressamente – continua - che ci sia un impegno, attraverso lo smart working, di mantenere la maggior distanza possibile fra i lavoratori. Lo Strumento c'è – rimarca - il sindacato faccia in modo che le imprese, laddove possibile, lo applichino. Se fatto, l'equilibrio sarà così raggiunto, in piena rispondenza alle attuali necessità”.
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