CAMBIAMENTO CLIMATICO

Allarme siccità al Nord: neve dimezzata sulle Alpi. A San Marino situazione migliore

Quasi in secca come la scorsa estate. Laghi e fiumi in forte sofferenza e neve dimezzata sulle Alpi. A soffrire più di tutti è il bacino del Po, con un deficit del 61%. E' il quadro delineato da Legambiente, che lancia un appello al Governo Meloni, indicando le priorità per una strategia nazionale idrica. Otto i pilastri, tra cui adattamento ai cambiamenti climatici, riduzione dei prelievi di acqua evitando sprechi, recupero delle acque piovane. Per l'agricoltura riuso delle acque reflue depurate e conversione verso culture che richiedono meno acqua. Nello stivale il deficit idrico si attesta su un valore del 30%, che sale a 40% nel Nord Italia. “Per tornare alla normalità e garantire le produzioni agricole primaverili ed estive – avverte Coldiretti – sarebbe necessario oltre un mese di pioggia”. La situazione è peggiore di quella dello scorso anno quando, per la siccità, sono andati in fumo 6 miliardi di euro nei raccolti.

A San Marino per il momento situazione sotto controllo: “Le precipitazioni invernali garantiscono un buon avvio delle coltivazioni in primavera – spiega Lorenzo Canini, presidente dell'Associazione Sammarinese Produttori Agricoli –. L'attenzione è massima ad aprile e maggio, quando le piogge sono fondamentali per una buona riuscita delle culture estive. Il clima impazzito sicuramente non aiuta – continua –: precipitazioni molto abbondanti in un breve periodo servono a poco se non abbiamo bacini di raccolta dell'acqua. Anzi – conclude –, creano pericoli, come le frane”.

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