Sono passati pochi minuti dall’intervento degli artificieri e l’ambasciatore greco Mikahlis Cambanis si allontana dalla sede diplomatica visibilmente sconcertato. E’ l’unico allarme giustificato, tra i tanti di questa giornata a Roma. Pacchi sospetti hanno fatto scattare altri allarmi bomba – rivelatisi falsi – anche alle ambasciate di Venezuela, Danimarca, Principato di Monaco, Finlandia, Albania, Egitto e Slovenia. L’ordigno rinvenuto all’ambasciata ellenica aveva un innesco a strappo ed era simile per confezione ed assemblaggio a quelli - a basso potenziale - esplosi il 23 dicembre nelle ambasciate di Svizzera e Cile. In procura si lavora ad un unico fascicolo: gli inquirenti sono dell’idea che l’invio dei pacchi bomba abbia la sola regia del Fai, la Federazione Anarchica Informale che ha rivendicato gli attentati di giovedì scorso. Una sigla, riconducibile all’area anarco-insurrezionalista costituita da cellule che non sono direttamente collegate tra loro. Fonti investigative non escludono altri pacchi bomba in arrivo ed ipotizzano controlli accurati e perquisizioni negli ambienti anarchici-radicali, in particolare in Toscana, Lazio e Piemonte.
Luca Salvatori
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