“Osama Bin Laden è morto. Giustizia è fatta”. L’annuncio alla nazione del presidente Barack Obama ferma l’America e rimbalza immediatamente in tutto il mondo. L’uomo del male, il terrorista numero uno, a 10 anni dalla strage delle torri Gemelle è stato ucciso, “terminato” con un colpo d’arma da fuoco alla testa, durante un blitz di un commando americano. L’assalto a quella che era divenuta la residenza segreta del leader di Al Quaeda, 70 chilometri a nord di Islamabad, in Pakistan, è stato pianificato nell’arco degli ultimi due mesi. “L’operazione - dice il presidente alla nazione – è stata autorizzata una settimana fa”. 14 Navy Seal sono sulla villa del terrorista. Dopo uno scambio di colpi d'arma da fuoco, durato quindici minuti, Osama bin Laden è stato ucciso ed il team americano di forze speciali è entrato in possesso del suo corpo. Ribadita la forte cooperazione dell’antiterrorismo statunitense con quello pakistano, senza il quale non si sarebbe giunti alla cattura. "E' il risultato più importante nella nostra lotta ad Al Qaeda – dice Obama - Ma la nostra guerra non è contro l'islam. Bin Laden non era un leader musulmano: era un assassino di massa, anche di musulmani e la sua cattura deve essere colta con favore da tutti quanti credono nella pace e nella dignità umana”. E’ notte a Washington quando la notizia rimbalza su tutti i media. Quando ancora il presidente non ha parlato in tv le strade già sono piene di americani in festa. A Washington, a Groud zero. Sventola bandiere a stelle e strisce e echeggiano le grida “USA, USA”. E’ un momento storico per il popolo americano, da 10 anni un popolo che si sente in guerra.
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