È ancora tutta da ricostruire l’ultima mattina di William Righi

È ancora tutta da ricostruire l’ultima mattina di William Righi.
Sono troppe le variabili da tenere in considerazione per risolvere il caso di Fiorentino, si ricorrono voci e smentite. A metter alcuni punti fermi è la Gendarmeria che nega il coinvolgimento di un gruppetto di ragazzi modenesi nella “mattinata brava”. “Sull’autopsia c’è il massimo riserbo perché le indagini sono in corso – spiega il maresciallo Gabriele Gatti – il perito, l’anatomopatologo Aurelio Caminiti ha 30 giorni di tempo e potrebbe anche chiedere la proroga”. Anche la data dei funerali è da stabilire, dovrebbe essere fissata a breve. Ieri l’ultimo sopralluogo in piscina insieme al medico. Ci potrebbe essere anche un cambio di regia nella magistratura, il commissario della legge Simon Luca Morsiani potrebbe ceder il fascicolo ad un altro collega per ragioni di specifica competenza. Intorno alla vicenda si addensa comunque la coltre della droga, sulla possibilità che sia stato un cocktail di sostanze stupefacenti a causare la morte del giovane sammarinese. A ricordare William anche il suo allenatore di basket Fabrizio Bartolini del basket 2000. “Era un ragazzo che faceva squadra, con qualche cambio di umore improvviso ma comunque un super atleta– ci ha raccontato. Una volta non era stato convocato per una partita e allora si è presentato vestito da medico per scherzare e tenere alto il morale dei compagni”. Intanto la famiglia Tabarrini, proprietaria della villa, precisa il suo ruolo nella vicenda.
Nel video l'intervista a Mauro Tabarrini.

Valentina Antonioli

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