Angelo Masi: si attende l'esame autoptico per accertare le cause della morte

Non era a Sarsina, neppure nel Montefeltro: dove era stata segnalata la sua presenza. L’illusione di ritrovare in vita Angelo Masi è svanita questa mattina presto. Una segnalazione, l’arrivo delle Guardie Ecologiche. Il corpo era a circa 300 metri di distanza da due edifici di sua proprietà, nel fitto del bosco di Santa Mustiola. Il riserbo degli inquirenti è totale, ma sul fatto che Masi si sia tolto la vita non ci sono dubbi. Probabilmente tutto è avvenuto il giorno stesso della sua scomparsa; pare avesse ingerito barbiturici, ma la certezza si avrà solo al termine dell’esame autoptico, già disposto dal giudice Simon Luca Morsiani. Un dato, tuttavia, appare praticamente certo. Angelo Masi non voleva essere ritrovato. L’impressione - insomma - è che tutto ciò non fosse improvvisato. Probabilmente Angelo aveva preparato il suo giaciglio di morte già prima della scomparsa. Diversi gli amici accorsi sul posto. La salma è stata rimossa al termine degli accertamenti cui hanno preso parte forze dell’ordine, medico legale e Commissario della Legge. Angelo Masi era scomparso il 9 maggio. Si era allontanato da casa, senza il cellulare, in tuta e scarpe da ginnastica, sulle spalle uno zainetto nero. Questa la descrizione fornita tra l’altro alla trasmissione Rai “Chi l’ha visto”. Aveva lasciato una lettera. Un saluto ai suoi cari. Le prime ricerche, nell’area della Rupe. Poi il raggio che si allarga progressivamente. Diverse le segnalazioni. L’ultima da parte di una persona che lo conosceva direttamente. Abbagli. I peggiori presagi hanno preso forma questa mattina nel bosco di Santa Mustiola.

Gianmarco Morosini

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