Argentina: morto l'ex dittatore Videla, autore del golpe del '76
Jorge Videla "ha trascorso la sua vita provocando grandi danni, che hanno marchiato il paese". Così il premio Nobel per la Pace e attivista dei diritti umani Adolfo Perez Esquivel ha commentato alla Reuters la notizia della morte dell'ex dittatore argentino. "La sua morte ha posto fine alla sua presenza fisica, ma non a ciò che ha fatto per il paese", ha aggiunto.
"Per vincere la guerra contro la sovversione dovevano morire sette-otto mila persone": é quanto disse mesi fa in un'intervista l'ex dittatore argentino, Jorge Rafael Videla, riferendosi ai 'desaparecidos' dell'ultimo regime del paese, tra il 1976 e il 1983. I militari fecero scomparire i cadaveri degli oppositori uccisi per evitare "proteste", aggiunse l'ex generale Videla in un'intervista pubblicato in un libro del giornalista Ceferino Reato. "Non c'era altra soluzione, eravamo d'accordo sul fatto che quello era il prezzo da pagare per vincere la guerra contro la sovversione. Avevamo bisogno che non fosse evidente perché non volevamo che la società lo sapesse, disse Videla nel libro, il cui titolo è 'Disposizione finale'. Videla ricordò tra l'altro che 'Disposizione finale' è un termine "molto militare, che significa 'mettere fuori servizio una cosa in quanto non serve piu''. Quando per esempio si parla di un vestito che non si usa più o che non serve perché è consumato, si dice appunto 'Disposizione finale'". Negli anni della dittatura, 'era necessario eliminare un gruppo grande di persone che non potevano essere portati davanti alla giustizia e neppure essere fucilate'', aggiunse Videla. Nell'intervista a Reato, l'ex generale ricordò inoltre l'importanza della "dottrina francese" utilizzata in Algeria e poi trasmessa ai vertici militari dei paesi latinoamericani. Nei sette anni della sua dittatura i desaparecidos furono 30.000.