Il comitato donne disoccupate perde pezzi in una battaglia a colpi di comunicati. Quattro membri si dissociano dalla portavoce Dana Burgagni che – accusano – agisce senza confrontarsi con il gruppo. Le tensioni si sono acuite dopo lo sciopero. Non sono piaciuti i cartelli – firmati dal Comitato – con accuse ad Angela Venturini e Valeria Ciavatta. Frasi offensive – dicono - e chiedono scusa. “Chi manca di rispetto non può poi pretendere di riceverlo”, spiega Daniela Virginia Tudor. D’ora in poi andranno avanti da sole, in nome dei valori e dell’idea iniziale. Vale a dire: concretizzare proposte lavorative e offrire solidarietà a tutte le donne disoccupate. Senza acredine personale né attacchi politici, ma nel rispetto delle istituzioni e della dignità della persona. Nel futuro c’è una sfida imprenditoriale: la creazione di una cooperativa. Ma serve l’appoggio dello Stato. Non vogliono carità, solo un’opportunità per rimettersi in gioco. Nel comitato si respira un’aria pesante. Qualche mal di pancia c’era già da un po’. La portavoce Dana Burgagni contrattacca. Precisa, da subito, che il Comitato è forte e compatto. Ha ricevuto la solidarietà degli altri membri e non teme l’uscita di quattro iscritte. Anzi, rassicura che l’associazione andrà avanti per la sua strada. Non ha nulla di cui rimproverarsi: ogni scelta è stata approvata dal direttivo a larga maggioranza. Vede dietro all’attacco la mano della politica.“Evidentemente – dichiara - chi si è dissociato è stato strumentalizzato, magari proprio da chi ha difeso”.
Monica Fabbri
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