Arrestato Fabio Padalino accusato di violenza sessuale su minori continuata e aggrava
E’ uscito dalla caserma coprendosi il viso, per l’enorme vergogna. Le accuse nei confronti di Fabio Padalino - 45enne originario di Novara ma da anni residente a Rimini – del resto pesano come macigni: violenza sessuale su minori continuata ed aggravata. Le vittime del presunto pedofilo potrebbero essere numerose; del resto l’uomo è tuttora sotto processo per 2 episodi analoghi risalenti al 2002. L’ufficiale dei carabinieri che ha presentato l’operazione ha parlato di un individuo turpe, depravato. Secondo gli inquirenti per 7 anni avrebbe seviziato in ogni modo due fratellini di Rimini. Due bimbi sfortunati che vivevano in una situazione familiare a dir poco confusa. I genitori separati, le lunghe giornate passate soli mentre la mamma – affidataria - era al lavoro. Un loro fratellastro, 27enne, omosessuale, conviveva proprio con Fabio Padalino e sarebbe stato lui a convincere la madre ad affidare i bambini all’uomo durante le ore di assenza. Non è ancora chiaro se la donna sospettasse qualcosa. Secondo quanto risulta dalle indagini le violenze venivano consumate nella casa dei due minorenni oppure nel retrobottega del negozio gestito dal presunto pedofilo. Il Millennium di Riccione: dove si vendevano play station, dvd, materiale elettronico; tutte cose in grado di attrarre l’attenzione dei giovanissimi, potenziali vittime di Padalino. Le violenze sessuali sarebbero iniziate nel ’99 - quando i due bambini avevano solo 7-8 anni – per protrarsi fino al 2006. Padalino otteneva prestazioni sessuali a suon di minacce e ricatti psicologici; avrebbe anche chiesto ad alcuni bambini di avere rapporti sessuali con altri minori. In questo caso si eccitava guardando. Tra le vittime di questo squallore, oltre ai due fratellini di Rimini, anche un bimbo di origine cinese. L’arresto è scattato questa mattina grazie alla denuncia di un conoscente delle vittime che aveva sospettato qualcosa. Per Padalino si profila ora una lunghissima detenzione.
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