Artrite reumatoide: sintomi, cause e cure. L'esperto spiega come riconoscerla
Un dolore agli arti da non confondere con quello dell'artrosi: simmetrico, che peggiora di notte e al mattino e migliora con i movimenti. Prima avviene la diagnosi, più possibilità si hanno di una remissione dei sintomi attraverso le cure
L'artrite reumatoide appartiene alla categoria delle malattie infiammatorie croniche ed è una malattia autoimmune, quindi causata da una reazione anomala del sistema immunitario che attacca le cellule sane scambiandole per nemiche. Un processo che provoca un danno alle articolazioni e un'infiammazione che, se trascurati, degenerano arrivando a compromettere gravemente la vita di chi ne soffre con una gestione quotidiana di sintomi dolorosi o invalidanti ed un fattore di rischio per lo sviluppo di comorbidità, come malattie cardiovascolari e tumori. Dai dati oltre 4 pazienti su 10 si trovano costretti nel tempo a modificare la propria attività lavorativa e il proprio stile di vita. In Italia 400.000 persone ne soffrono, soprattutto nella fascia d’età tra i 40 e i 60 anni. È fondamentale riconoscere l'artrite reumatoide in tempo per avviare subito le cure: il ritardo diagnostico della malattia incide infatti negativamente sulla sua prognosi. Ne abbiamo parlato con Daniela Renna, medico e specialista in reumatologia dell'IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.
Dottoressa, che cos'è l'artrite reumatoide?
L'artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica che colpisce le articolazioni, spesso simmetricamente; e più frequentemente le piccole articolazioni di mani e piedi. Il processo infiammatorio è sostenuto dalla presenza di auto anticorpi, cioè anticorpi aberranti, che aggrediscono le strutture articolari e che, quindi, sostengono - e in qualche modo auto perpetuano - il processo infiammatorio a livello dell'articolazione stessa.
Quali sono i sintomi iniziali e come capire che se ne soffre?
- Sicuramente il primo sintomo che il paziente riferisce è il dolore. Un dolore che però ha delle caratteristiche particolari, proprio perché è di natura infiammatoria. Spesso infatti compare o peggiora di notte - soprattutto nella seconda parte della notte, che sveglia durante la notte - e al mattino. E' un dolore che durante l'arco della giornata e nell'esecuzione dei movimenti migliora. Questo è in totale antitesi con il dolore di natura meccanica che invece migliora con il riposo e peggiora con il movimento: quest'ultimo è tipico dell'artrosi che è una malattia degenerativa delle articolazioni e che spesso viene confusa con l'artrite, entrando in diagnosi differenziale con l'artrite reumatoide.
- Un altro sintomo molto importante è sicuramente la rigidità mattutina, una sensazione di avvertire le articolazioni rigide al risveglio, che perdura anche per più di un'ora nell'arco della della mattinata.
- L'altro sintomo particolarmente importante è il gonfiore, una tumefazione, che spesso si accompagna al rossore, calore e dolore: tutti segni cardine dell'infiammazione. In presenza di questi sintomi è necessaria una valutazione reumatologica
Come avviene la diagnosi?
Il reumatologo, dopo aver visitato il paziente, se pone il sospetto clinico di artrite reumatoide prescrive degli esami del sangue che sono atti a valutare il livello di infiammazione, come la VES e la Proteina C reattiva, e l'eventuale presenza di anticorpi specifici per l'artrite reumatoide - come il Fattore reumatoide e gli anticorpi anti-CCP -. Poi prescrive anche degli esami strumentali, come ad esempio la radiografia semplice delle articolazioni oppure l'ecografia. Sulla base delle risultanze di questi esami potrà essere confermato oppure escluso il sospetto di artrite.
Ci sono delle parti del corpo che sono maggiormente colpite rispetto ad altre?
Colpisce maggiormente le piccole articolazioni, quindi le mani e i polsi in primis ma anche i piedi e le caviglie. Possono però essere colpite anche le grosse articolazioni, come le ginocchia e le spalle - anche se meno frequentemente rispetto alle articolazioni più piccole - . Altra caratteristica è la simmetria con cui vengono colpite le articolazioni: generalmente, infatti, il dolore e le tumefazioni o il gonfiore articolare esordiscono più o meno nello stesso momento in entrambe le mani - ad esempio - oppure in entrambi i piedi.
Quali sono cause e fattori di rischio?
E' una malattia molto complessa, non esiste una causa in particolare e non abbiamo chiari al 100% i meccanismi con cui si instaura il processo infiammatorio. La teoria però più accreditata, ad oggi, è quella secondo cui in individui che sono geneticamente predisposti vi siano uno o più fattori scatenanti l'esordio della malattia, come ad esempio stress fisici o psichici, infezioni virali o batteriche, persino interventi chirurgici.
Riguardo invece ai fattori di rischio:
- C'è sicuramente il sesso femminile come fattore di rischio più importante: 8 pazienti su 10 colpiti da artrite reumatoide sono donne.
- Anche la familiarità è un fattore di rischio: chi ha un parente di primo o di secondo grado affetto da artrite reumatoide ha più probabilità di sviluppare lei stessa o lui stesso questa malattia.
- Altri fattori di rischio che sono stati studiati sono il fumo di sigaretta, la scarsa igiene orale e il sovrappeso. Questi ultimi sono però fattori modificabili - a differenza, ad esempio, del sesso o della familiarità - quindi è su di essi che possiamo agire per avere meno probabilità di sviluppare la malattia.
E' possibile guarire ? Quali sono le terapie?
L'artrite reumatoide è una patologia cronica, quindi non è corretto parlare di guarigione. Esiste però, grazie alle terapie che si sono sviluppate soprattutto negli ultimi vent'anni, un concetto molto simile alla guarigione: la remissione. Oggi, sempre più frequentemente riusciamo a far condurre al nostro paziente affetto da artrite una vita pressoché simile a quella che conduceva prima dell'insorgenza della malattia e questo grazie ad un sempre più crescente numero di farmaci innovativi e molto efficaci nel rallentare fino a bloccare l'attività infiammatoria dell'artrite. Ed è questo il motivo per cui i quadri deformanti dell'artrite che si vedevano tanti anni fa, ora sono sempre più rari. Infatti:
- Riusciamo ad intercettare la malattia più precocemente;
- Riusciamo a trattarla efficacemente prima che il danno erosivo - quindi il danno deformante - insorga.
Dal punto di vista terapeutico, oltre ai farmaci antinfiammatori sia non steroidei sia steroidei - che sono utili soprattutto nelle prime fasi della malattia, quindi subito prima o subito dopo la diagnosi, per alleviare i sintomi -, i farmaci veri e propri che abbiamo a disposizione in senso curativo, sono i farmaci cosiddetti antireumatici modificanti la malattia, l'acronimo sarebbe DMARDs (Disease Modifying Anti-Rheumatic Drugs), farmaci quindi in grado di modificare l'attività di malattia stessa. I più vecchi sono farmaci che noi chiamiamo convenzionali - come il methotrexate e la leflunomide - ma se questi risultano inefficaci o non tollerati dal paziente abbiamo a disposizione dei farmaci di secondo livello, i farmaci biotecnologici o biologici, che hanno davvero rivoluzionato drasticamente in senso positivo la prognosi dell'artrite. Più recentemente abbiamo anche a disposizione dei farmaci orali, chiamati piccole molecole, che si assumono per bocca - mentre la maggior parte dei farmaci biotecnologici si assumono per via iniettiva, quindi sottocute - . Sono farmaci molto costosi per il nostro sistema sanitario nazionale, che necessariamente devono essere regolamentati nella prescrizione, vale a dire che devono essere prescritti necessariamente da uno specialista reumatologo che operi in un ambiente ospedaliero perché la dispensazione avviene nelle farmacie ospedaliere. L'Italia è uno dei paesi in cui l'accesso a questi farmaci è massimo, anche rispetto ad altri paesi Europei ed extra Europei.
Consigli per chi ne soffre:
Sicuramente il primo consiglio per i pazienti già in cura per artrite è quello di continuare a sottoporsi costantemente a visite reumatologiche di controllo per monitorare l'attività di malattia e capire se ci siano degli accorgimenti da effettuare dal punto di vista terapeutico. Inoltre, soprattutto all'inizio di una nuova terapia per l'artrite, i farmaci possono impiegare dai tre ai sei mesi per fare effetto, per cui, il mio consiglio personale è quello di avere pazienza, soprattutto all'inizio, e non perdere subito fiducia nei confronti del farmaco o del medico che ha prescritto quel farmaco. Poi è importantissimo sottoporsi alle vaccinazioni e ai richiami consigliati, perché le terapie per l'artrite sono immunosoppressive e possono esporre ad un più alto rischio di infezioni. Sicuramente, infine, è necessario mantenere uno stile di vita attivo: quindi fare attività fisica regolare e mantenere il peso nel range della normalità; sappiamo che l'artrite reumatoide porta con sé anche un più elevato rischio cardiovascolare. Per questo dobbiamo tenere sotto controllo l'attività infiammatoria dell'artrite, ma anche aiutare il nostro corpo a ridurre, fino ad eliminare, quei fattori di rischio modificabili che aumentano di per sé il rischio cardiovascolare - come il fumo di sigaretta e il sovrappeso -. Più in generale occorre avere uno stile di vita sano- .
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