Assegnato il Nobel per la Pace a una organizzazione ONU
Le cronache recenti sulla guerra chimica in Siria e le popolazioni del Medio Oriente in pericolo sono state determinanti. La soluzione in vista sull'uso delle armi chimica massive attenuerà il bagno di sangue in atto. L'Opac da tempo era nei pronostici per il nobel in cima alle 259 candidature di cui 50 erano organizzazioni. Il comitato di Oslo ha scelto di premiare chi da 15 anni lotta per la proibizione assoluta dell'uso delle armi chimica, pratica bellica in uso anche in Europa sin dalla Prima Guerra mondiale. Fondata nel 1997 a seguito dell'accordo d'interdizione internazionale del '93. Grazie al lavoro di Opac l'uso di questi micidiali mezzi di distruzione di massa è ormai considerato un tabù come la vicenda siriana insegna. L'organizzazione è stato, inoltre, incaricata dal segretario ONU di controllare lo smantellamento dell'arsenale bellico in Siria (che aderirà al gruppo da lunedì come 190 stato). Presto una missione comune di 100 uomini coordinerà le attività con il rango di sottosegretariato generale. Due sedi ufficiali a Damasco e Cipro oltre alla diplomatica del l'Aia consentiranno la distruzione di impianti di produzione e lo smaltimento di 1000 tonnellate di sostanze tossiche entro l'estate del 2014. Competenze tecniche e pratiche sono la peculiarità della struttura anti armi chimiche: disporranno presto di 10 blindati per la protezione degli ispettori a cominciare da Damasco. Dirige la struttura dal 2008 il turco Ahmet Uzmucu dispone di 500 persone e un budget di 70 milioni di euro. Il premio 2013 èun messaggio forte rivolto agli stati che non hanno ratificato il trattato ( tra essi anche Egitto e Israele) perché tutti i paesi coinvolti nel conflitto partecipino alla Conferenza di Pace di Ginevra. Il direttore Uzmucu nell'occasione ha dichiarato di “accettare il premio con umiltà” considerandolo un contributo alla determinazione e un impulso alla missione dell'esecutivo di cui l'Italia è vicepresidente. Si pone l'accento, così, sull'eliminazione di arsenali che scatenano guerra e sono l'alibi per l'instabilità del Medio Oriente -almeno secondo le maggiori associazioni arabe in Italia. Intanto gli esperti dell'Opac sono già al lavoro nei luoghi di crisi per onorare il mandato che arriva inaspettato dalla Norvegia. I Talebani si sono rallegrati che il premio non sia andato a Malala a scapito dei veri mussulmani. A cent'anni dal primo attacco chimico il riconoscimento avviene purtroppo a 50 giorni dall'ultimo odioso utilizzo di armi di distruzione di massa come scrive Ban Ki-moon. Il leader di Palazzo di Vetro si augura che ”la nebbia della guerra mai più sia nube tossica e velenosa”.
fz
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