Asta 5G: lo Stato incassa 6,55 miliardi, Tim fa la parte del leone
Il blocco delle frequenze 700 Mhz, suddiviso in cinque lotti, sono andati a Iliad, e, due ciascuno, a Tim e Vodafone, per un totale di circa 2 miliardi di euro; quello più ambito della banda 3.700, suddiviso in quattro lotti andati a Tim (quello specifico da 80 MHz per 1,694 miliardi), a Vodafone (quello generico da 80 MHz per 1,685 miliardi), a Wind Tre (20 MHz per 483 milioni) e a Iliad (20 Mhz sempre per 483 milioni). Infine il blocco per la banda 26GHz, suddiviso in cinque lotti, aggiudicati uno per ogni società (in questo caso c'è anche Fastweb), che hanno speso circa 32,5 milioni ciascuna. A fare la parte del leone è stata Tim, che verserà 2,407 miliardi di euro (di cui 480 milioni quest'anno), tallonata da Vodafone a 2,4 miliardi.
Cifre decisamente alta quindi, molto superiori a quelle versate negli altri principali Paesi europei, ma che non hanno spaventato gli operatori, attratti dalle grandi potenzialità di questa nuova tecnologia: dai trasporti alla sanità, dalle infrastrutture all'Internet delle cose. Occorre specificare che non tutte le frequenze assegnate saranno immediatamente disponibili - i diritti d'uso dei 700 Mhz verranno messi a disposizione da luglio 2022, mentre le altre frequenze dal 1° gennaio 2019 - e quindi non tutti i soldi andranno versati subito.
L'amministratore delegato di Vodafone Italia, Aldo Bisio, esprime soddisfazione per l'esito della gara, ma invoca "misure, a partire dalla semplificazione delle procedure autorizzative, volte a garantire la sostenibilità di tali investimenti". L'omologo di Tim, Amos Genish, sottolinea che con questa gara il gruppo telefonico "consolida la sua posizione di leadership in Italia", mentre quello di Wind Tre, Jeffrey Hedberg, assicura di avere "le risorse finanziarie e una struttura di costi snella" per lo sviluppo del G5.
Ora si apre la partita sull'utilizzo delle entrate statali. La legge di bilancio regola solo i 2,5 milioni relativi alla base d'asta. Va specificato che circa 750 milioni sono già vincolati: 276 milioni sono destinati agli indennizzi per gli operatori tv nazionali che lasceranno la banda 700; 304 per gli indennizzi alle emittenti locali; 100 milioni per gli incentivi che dovranno favorire il cambio di televisori con standard Dvb-T2 (una nuova versione del digitale terrestre che assicura un aumento della qualità visiva e sonora); 66 milioni per oneri vari in campo al Ministero dello Sviluppo.
fm