A pochi giorni dalla Festa della Marina Militare, la stampa estera di Roma ha visitato la sede centrale della Guardia Costiera, che negli ultimi 26 anni in mare ha salvato quasi un milione di persone. “L'essere umano va messo al centro” ha detto l'ammiraglio Melone.
E' un “grido di dolore”, così lo chiama l'ammiraglio Melone, rivolto a chi racconta il fenomeno immigrazione, che negli ultimi 26 anni, ha detto, ha portato la Guardia Costiera a salvare quasi un milione di persone da morte certa. Ha ricordato le parole del presidente della commissione europea Juncker, per il quale l'Italia, col suo grande impegno, sta salvando l'onore dell'Europa. Bisogna porre l'essere umano al centro, ha aggiunto.
L'attività della Guardia Costiera, in un'area di 500mila km quadrati di mare, dunque quasi il doppio del territorio italiano, è coordinare le operazioni di soccorso. In un giorno, hanno raccontato, c'è stato il record di 53 operazioni di salvataggio simultanee. A chiunque vada per mare: è un obbligo giuridico. Con circa 600 unità navali in totale, dal gommone alle grandi navi.
L'ammiraglio ha sottolineato tre momenti in particolare: l'umanità, ossia l'accoglienza a bordo; gli aspetti sanitari, con team medici per accertare eventuali patologie e operatori Unicef per i bambini che arrivano soli, e lo scorso anno sono stati ben 26mila, e la sicurezza, perché è a bordo del pattugliatore che si compiono le prime operazioni di polizia, interviste, informazioni su imbarcazioni, scafisti e organizzazioni criminali, faldone che, una volta a terra, è poi consegnato a forze di polizia e magistratura.
Un lavoro continuo, giorno e notte, “un grosso sforzo che logora mezzi e persone”, ha concluso l'ammiraglio, auspicando una risoluzione delle Nazioni Unite e interventi a terra, in Libia, dai territori di partenza, affinché si investa per cambiare le condizioni di vita di chi, altrimenti, sarà sempre costretto a fuggire dalla disperazione.
Francesca Biliotti
Nel video l'intervento dell'ammiraglio ispettore Vincenzo Melone comandante Guardia Costiera
E' un “grido di dolore”, così lo chiama l'ammiraglio Melone, rivolto a chi racconta il fenomeno immigrazione, che negli ultimi 26 anni, ha detto, ha portato la Guardia Costiera a salvare quasi un milione di persone da morte certa. Ha ricordato le parole del presidente della commissione europea Juncker, per il quale l'Italia, col suo grande impegno, sta salvando l'onore dell'Europa. Bisogna porre l'essere umano al centro, ha aggiunto.
L'attività della Guardia Costiera, in un'area di 500mila km quadrati di mare, dunque quasi il doppio del territorio italiano, è coordinare le operazioni di soccorso. In un giorno, hanno raccontato, c'è stato il record di 53 operazioni di salvataggio simultanee. A chiunque vada per mare: è un obbligo giuridico. Con circa 600 unità navali in totale, dal gommone alle grandi navi.
L'ammiraglio ha sottolineato tre momenti in particolare: l'umanità, ossia l'accoglienza a bordo; gli aspetti sanitari, con team medici per accertare eventuali patologie e operatori Unicef per i bambini che arrivano soli, e lo scorso anno sono stati ben 26mila, e la sicurezza, perché è a bordo del pattugliatore che si compiono le prime operazioni di polizia, interviste, informazioni su imbarcazioni, scafisti e organizzazioni criminali, faldone che, una volta a terra, è poi consegnato a forze di polizia e magistratura.
Un lavoro continuo, giorno e notte, “un grosso sforzo che logora mezzi e persone”, ha concluso l'ammiraglio, auspicando una risoluzione delle Nazioni Unite e interventi a terra, in Libia, dai territori di partenza, affinché si investa per cambiare le condizioni di vita di chi, altrimenti, sarà sempre costretto a fuggire dalla disperazione.
Francesca Biliotti
Nel video l'intervento dell'ammiraglio ispettore Vincenzo Melone comandante Guardia Costiera
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