Dopo 15 anni tra carcere e arresti domiciliari è tornata libera. Può incontrare finalmente la sua famiglia e i membri di un partito che non c’è più, la sua Lega Nazionale per la Democrazia , dissolta secondo la legge dei gerarchi per aver deciso di boicottare il voto di domenica scorsa. Ostaggio della giunta militare di Than Shwe, la Signora, the lady, come la chiamano tutti, tornerà a far sentire la sua voce contro un potere assoluto. La politica, democraticamente eletta circa 20 anni, fa con oltre il 70% dei consensi, è stata confinata dalla giunta golpista militare nella sua casa prigione, sulle rive del lago della città di Rangoon, ribattezzata Yangon dopo il colpo di stato del 1988. Le forze di sicurezza birmane stanno rimuovendo le barricate mentre una folla in festa e commossa ha salutato il ritorno della dissidente birmana. Ma alcune incognite pesano ancora sul rilascio del Premio Nobel per la Pace. San Suu Kyi, infatti, ha già fatto sapere tramite il suo avvocato che non accetterà una liberazione sottoposta a condizioni. Il timore è che la giunta voglia negoziare la sua libertà con l'impegno da parte della donna a non partecipare alla vita politica. Un patto che la leader non ha intenzione di prendere nemmeno in considerazione. Nel video il servizio e l'Editoriale
Valentina Antonioli
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