La vera leader del movimento per la democrazia paladina del diritto in oriente chiede che il processo di democratizzazione del suo paese, il Myanmar, cioè il Burma ovvero la Birmania, sia amplio e accelerato per tutti. Un grido divenuto appello politico ai sui sostenitori e simpatizzanti nel paese, appello che travalica le frontiere è ha una valenza forte e universale, perché viene da una donna, madre e moglie, rinnovata dopo 7 anni di prigionia e decenni di forzato silenzio: oggi parla e scrive per tutti. Dalla sede della Lega Nazionale per la Democrazia a Yangon, l’antica Rangoon, chiede maggior libertà d’informazione per i giornalisti e i corrispondenti nel pese. I suo bersaglio è il governo militare illiberale, la tirannia e tutti i totalitarismi del globo: parla per voce della verità dopo la prima apparizione pubblica a una settimana dalle elezioni politica in 20 anni in cui il suo movimento di opposizione non poté competere e probabilmente vincere. In queste ore la speranza è la riconciliazione nazionale impersonate da Suu Kyi, donna libera per un popolo in libertà.
Francesco Zingrillo
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