Un agricoltore australiano, Steve Marsh, ha fatto causa per danni al vicino affermando che nel 2010 le sue coltivazioni biologiche sono state contaminate da semi geneticamente modificati di colza nella proprietà adiacente. Si tratta del primo caso del genere nel Paese, che è stato descritto dai legali di Marshil come un precedente cruciale per i diritti degli agricoltori. Nella causa davanti alla Corte Suprema di Perth, Marsh ha riferito di avere perso la certificazione biologica del 70% del suo terreno, dopo che i semi di colza modificata del vicino - Michael Baxter - erano stati portati dal vento nella sua proprietà. I legali di Marsh hanno chiesto il risarcimento dei danni e gli interessi, oltre ad un'ingiunzione volta a proteggere le sue colture da nuove eventuali contaminazioni. I legali di Baxter sostengono invece che l'ente di certificazione dei prodotti biologici ha standard di rigore eccessivi e molto difficili da rispettare, e che la proprietà di Marsh non fu contaminata perché Marsh vi coltivava avena e altri cereali, ma non colza.
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