Il caso arriva all'attenzione dell'Aula, trova eco immediata sulla stampa locale e la segreteria Esteri interviene per chiarire. Conferma l'impegno attivo per risolvere le ripercussioni di una eventuale applicazione su San Marino del decreto sicurezza italiano, nei suoi disposti relativi alle immatricolazioni all'estero dei veicoli condotti da residenti nello stivale.
“Già attivati tutti i canali istituzionali per favorire una riconsiderazione che tenga conto delle specificità della Repubblica” e dell’opportunità di non escludere nella fattispecie anche un Paese che, non essendo membro né dell’Unione Europea, né dello Spazio Economico Europeo, non rientra attualmente nelle deroghe previste.
Conferma l’interesse a ridefinire una situazione forse “non valutata nelle sue più dirette conseguenze su persone fisiche e giuridiche sammarinesi in virtù dell’appartenenza ad uno Stato enclave in territorio italiano, nonché – proseguono dagli Esteri – considerando la mole cospicua di veicoli immatricolati a San Marino che per ragioni di impresa, professionali e familiari, transitano quotidianamente in territorio italiano, condotti da cittadini lì residenti”.
“Già attivati tutti i canali istituzionali per favorire una riconsiderazione che tenga conto delle specificità della Repubblica” e dell’opportunità di non escludere nella fattispecie anche un Paese che, non essendo membro né dell’Unione Europea, né dello Spazio Economico Europeo, non rientra attualmente nelle deroghe previste.
Conferma l’interesse a ridefinire una situazione forse “non valutata nelle sue più dirette conseguenze su persone fisiche e giuridiche sammarinesi in virtù dell’appartenenza ad uno Stato enclave in territorio italiano, nonché – proseguono dagli Esteri – considerando la mole cospicua di veicoli immatricolati a San Marino che per ragioni di impresa, professionali e familiari, transitano quotidianamente in territorio italiano, condotti da cittadini lì residenti”.
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