L’Unione Europea ha concesso l’atteso via libera agli aiuti di Stato da destinare al comparto avicolo, che da oltre una settimana sta vivendo una crisi che si aggrava di giorno in giorno. Bruxelles «ha riconosciuto il problema dell’Italia ed è per questo che ha proposto di aprire un tavolo tecnico di trattative», precisando comunque che l’Unione «attende ulteriori informazioni per capire le misure che intende prendere l’Italia». Aiuti di Stato camuffati, insomma. L’ Europa chiuderà un occhio e l’Italia la terrà costantemente informata. Insomma, l’atteso placet agli aiuti finanziari al comparto avicolo alla fine è arrivato. Bruxelles è stata costretta a riconoscere l’esistenza di un «problema Italia» e la condizione di estrema emergenza nella quale versa la filiera. Emergenza causata direttamente dalla psicosi creata dall’influenza aviaria. La legislazione comunitaria, volta a tutelare il mercato interno, prevede l’autorizzazione degli aiuti di Stato solo qualora essi si rendano necessari in considerazione di «un evento eccezionale». E di certo l’aviaria lo è. Il governo italiano agirà d’urgenza: l’ordine di grandezza degli aiuti finanziari al comparto dovrebbe essere di almeno 100 milioni, con la creazione di un fondo di emergenza da applicare all’interno del mercato comune. Il tutto per far fronte a perdite di un miliardo di euro - 5 milioni al giorno - e a un crollo dei consumi del 70% che hanno messo in ginocchio il settore avicolo. Sono già stati persi 30mila posti di lavoro, con il rischio di travolgere l’intero comparto dove operano 6mila allevamenti, 173 macelli, 517 imprese che danno complessivamente lavoro a 180mila addetti.
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