E’ il lato oscuro delle residenze in Repubblica. E’ il mondo delle cosiddette badanti che tengono nelle loro mani, è il caso di dire, il destino degli anziani e delle famiglie sammarinesi che a loro devono ricorrere. I dati ufficiali parlano di circa 400 donne, in maggioranza provenienti dall’Ucraina, con qualche moldava e, seppur pochissime in Repubblica, dal Kagikistan. Le rumene, dopo l’entrata nell’Unione Europea del loro paese, possono ottenere il permesso di lavoro nel commercio e nel turismo e hanno abbandonato il lavoro di assistenza agli anziani.
Le stime ufficiali quindi parlano di 400 persone o poco più, che potrebbero essere invece 600-700, se si considerano le sostituzioni. E l’ipotesi non è azzardata. A determinare quasi il raddoppio di presenze in territorio almeno due fattori: la ricerca di lavoro da parte di donne non in regola e il permesso di lavoro, che viene rilasciato per un periodo non superiore ai 10 mesi. Per ottenere un permesso di lavoro si impiegano circa due mesi, un periodo relativamente breve se paragonato alle lunghe attese che si devono fare in Italia.
La norma prevede una pausa con l’obbligo di rientro nel proprio paese per un mese minimo, con il posto garantito perché la badante parte con in tasca il permesso per il successivo periodo di soggiorno. Non tutte però seguono le indicazioni e restano nel proprio paese un mese solo. Spesso capita che il soggiorno in patria si prolunghi e ciò costringe le famiglie a cercare alternative in attesa del ritorno della badante regolarizzata. Di certo il censimento che verrà fatto entro quest’anno chiarirà ciò che succede nel mondo delle badanti.
Myriam Simoncini
Le stime ufficiali quindi parlano di 400 persone o poco più, che potrebbero essere invece 600-700, se si considerano le sostituzioni. E l’ipotesi non è azzardata. A determinare quasi il raddoppio di presenze in territorio almeno due fattori: la ricerca di lavoro da parte di donne non in regola e il permesso di lavoro, che viene rilasciato per un periodo non superiore ai 10 mesi. Per ottenere un permesso di lavoro si impiegano circa due mesi, un periodo relativamente breve se paragonato alle lunghe attese che si devono fare in Italia.
La norma prevede una pausa con l’obbligo di rientro nel proprio paese per un mese minimo, con il posto garantito perché la badante parte con in tasca il permesso per il successivo periodo di soggiorno. Non tutte però seguono le indicazioni e restano nel proprio paese un mese solo. Spesso capita che il soggiorno in patria si prolunghi e ciò costringe le famiglie a cercare alternative in attesa del ritorno della badante regolarizzata. Di certo il censimento che verrà fatto entro quest’anno chiarirà ciò che succede nel mondo delle badanti.
Myriam Simoncini
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