Il giorno dopo la sua liberazione il Premio Nobel della pace e leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi ha radunato intorno a sè tutte le forze democratiche per lavorare insieme a favore della Birmania, l’odierna Myanmar. Una moltitudine di decine di migliaia di sostenitori le ha gridato “ti vogliamo bene” e nella vecchia sede del suo partito sciolto la Lega Nazionale per la Democrazia a Rangoon hanno lasciato centinaia di messaggi di simpatia e condivisione. Voglio lavorare con tutte le forze democratiche”. ha detto San suu Kyi nel suo primo discorso ufficiale, dopo avere trascorso sette anni e mezzo agli arresti domiciliari per essersi opposta alla giunta militare. "La base della democrazia è la libertà di parola - ha detto il premio Nobel per la pace - e anche se penso di sapere cosa volete, vi chiedo di dirmelo voi stessi. Insieme, decideremo quello che vogliamo, e per ottenerlo dobbiamo agire nel modo giusto. Non c'è motivo di scoraggiarsi", ha proseguito Suu Kyi, che ha aggiunto di non "non provare rancore" verso la giunta militare che l'ha privata della libertà per 15 degli ultimi 21 anni. L'icona della dissidenza ha concluso il discorso spiegando che la sua voce, da sola, "non è democrazia. Niente può essere raggiunto senza la partecipazione della gente. Dobbiamo camminare assieme". Secondo gli osservatori Suu Kyi lavorerà con i paesi occidentali per la revoca delle sanzioni, un provvedimento che in passato aveva appoggiato, ma che ora ritiene colpisca il popolo e non la giunta militare.
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