Chi fu responsabile del buco di oltre 14 milioni di euro alla Banca del Titano? Qualcuno cercò di coprire l’ammanco? Ci furono complicità? E a quale livello? Sono solo alcune delle domande a cui dovrà dare una risposta giudiziaria il processo che torna in aula a San Marino. Gli imputati sono Stefano Marangoni, Maurizio Frezza e l’ex direttore Adriano Pace. Marangoni è sotto inchiesta, insieme ad altre 14 persone, anche ad Ancona per la presunta truffa “collegata” che avrebbe originato il “buco finanziario” nell’istituto sammarinese. In estrema sintesi si ipotizza che vennero concessi prestiti per circa 10 milioni di euro senza le necessarie garanzie e che quel denaro sia poi finito, in parte, nella disponibilità degli indagati. Il processo a San Marino riprende dopo una pausa di circa un mese concessa dal commissario Battaglino per effettuare una perizia contabile necessaria, proprio per tracciare chiaramente il percorso del denaro. Per evitare la prescrizione si dovrà arrivare a sentenza prima della fine dell’estate. Gli amministratori, i dirigenti ed anche il funzionario di una società di revisione, sono a processo anche in una parallela causa civile – per responsabilità “aquiliana” - intentata dallo Stato sammarinese.
l.s.
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