Bimba di 11 anni salvata grazie alla donazione d'organi di Giada Penserini
Dodici ore in sala operatoria per salvare, impiantando il fegato di una donatrice su un rene, una bambina ucraina di 11 anni, affetta da una grave e rara malformazione alle vie biliari contro cui non avevano dato alcun risultato due operazioni nel suo paese. Si è conclusa con un complesso intervento alle Molinette, ospedale della Città della Salute di Torino, una missione umanitaria avviata a maggio dalla Regione Piemonte.
Per il trapianto sarebbe stato utilizzato l'organo di Giada Penserini, (il condizionale è d'obbligo essendoci l'anonimato) la giovane sammarinese morta per le ferite riportate nel tragico incidente del 21 agosto scorso. L'intervento è stato eseguito collegando la vena porta epatica con la vena renale della bambina. Originaria della regione di Doneck, nell'ultimo anno era stata ricoverata varie volte per infezioni e le condizioni erano peggiorate, con la necessità urgente di un trapianto.
Lo scorso maggio è stata inviata dal capoluogo piemontese un'equipe medica e il caso della piccola è stato valutato, grazie alla consulenza del direttore del Centro Trapianto Fegato delle Molinette, Renato Romagnoli, e del direttore della Gastroenterologia pediatrica dell'ospedale Regina Margherita, Pierluigi Calvo. Da qui la decisione di portarla in Italia, ricoverarla al Regina Margherita e inserirla in lista d'attesa per il trapianto. Dopo due mesi è arrivato un fegato compatibile. L'organo è stato diviso in due parti secondo la tecnica Split: la più piccola, la sinistra, è stata impiantata in un neonato all'ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, mentre la parte più grande, la destra, è stata trasportata a Torino per il trapianto eseguito da Romagnoli. "Da un punto di vista tecnico è stato un intervento piuttosto acrobatico ma siamo molto soddisfatti. Il fegato a circa una settimana dal trapianto funziona bene - spiega Romagnoli -. Per il momento nessuna complicazione, la bimba è stata svegliata e ha ripreso le sue funzioni e ha cominciato ad alimentarsi".
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"I genitori sono molto contenti e riconoscenti - aggiunge Romagnoli - ci abbracciano e capiscono due cose: che l'Italia è un Paese aperto, che accoglie e dona e che consente un livello di cura elevato, perché un intervento come questo è all'avanguardia a livello mondiale. Ne sono stati fatti un centinaio al mondo e sui bambini si contano sulle dita della mano". La piccola appena svegliata ha detto: "Non ci credo ancora che è successo". Anche papà Olek non riesce a nascondere la felicità: "Ora stiamo bene, ma eravamo in ansia", racconta l'uomo, a Torino con la moglie e altri due figli, di 3 e 5 anni.
Ieri si sono tenuti i funerali della sedicenne sammarinese, in cui c'è stata un'altissima partecipazione della cittadinanza. I familiari della ragazza ringraziano tutti coloro che hanno mostrato la loro vicinanza. "Volevamo esprimere un ringraziamento sentito a tutti quelli che hanno partecipato al nostro dolore. - scrivono Stefano, Emanuela e Mia - In particolar modo a tutti questi splendidi giovani di cui troppo spesso si parla in modo negativo. E che invece in questa circostanza con i loro semplici gesti d'Amore sono stati di lezione a tutti noi adulti"
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