Osama si rifugiava in Pakistan, nei pressi di Kandhar, dal 2003. E’ la moglie del leader di Al Qaeda a rivelarlo, sotto interrogatorio dopo l’arresto dal compound di Abbottabad. Congresso e servizi segreti americani sono già sui prossimi obiettivi: in testa il numero due dell’organizzazione Al Zawahiri: “il ferro è caldo. Gli siamo addosso” dicono. Mentre è da confermare il fallimento di un attacco con un drone statunitense contro l’imam Awalaki, nel sud dello Yemen. E proprio all’indomani del comunicato dell’Emirato islamico in cui si loda la figura Bin Laden, il terrore torna in Afghanistan: i talebani attaccano Kandahar. Diversi gli obiettivi: il centro, la prigione, la residenza del governatore Wesa, dove il commando ha aperto il fuoco sulle guardie. Lunghe sparatorie e almeno 10 esplosioni, 6 delle quali condotte da Kamikaze. In Siria non si ferma l’offensiva dell’esercito, che è entrato nella città di Banias, contro gli abitanti che hanno formato scudi umani per fermare i carri armati. Obiettivo: i quartieri sunniti, dove la protesta contro Assad e gli alawiti è stata più accesa. Dopo l’ottavo venerdì di protesta si contano 40 morti, per lo più civili. 800 in tutto le vittime dall’inizio della protesta.
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